FUCECCHIOLella Costa sarà sabato prossimo alle 21.30 al Teatro Pacini di Fucecchio per presentare il suo “Otello – di precise parole si vive“, scritto a quattro mani con Gabriele Vacis che ne cura anche la regia. "Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare precisamente quella. È quello che è successo a Gabriele e a me – racconta Lella Costa –, a tal punto da pensare di riportare in scena, dopo ventiquattro anni, il nostro Otello, preservando intatta la sostanza narrativa ma intervenendo e modificando quelle parti in cui l’attualità, o meglio la contemporaneità, richiedevano un aggiornamento. Se poi ci aggiungiamo una trama folgorante, il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi (un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole), allora ci rendiamo conto di quanto bisogno abbiamo di continuare a raccontare e ascoltare questa storia".
Otello è la tragedia di uccidere per amore? No quello non è amore come sottolinea Vacis. "Non c’è mai amore quando c’è violenza e sopraffazione – aggiunge –. Raccontare l’Otello con Lella Costa significa provare a capire cosa possiamo fare, noi maschi, per emanciparci dall’umiliante condizione di oppressori a cui siamo condannati dalla storia. Perché prima di tutto si tratta di trovare le parole, precise parole che ci aprano alla comprensione di tutti gli Otelli vittime di sé stessi prima ancora che dei tanti Iago che ci ammorbano, ma soprattutto precise parole che ci aiutino a comprendere la tragedia vera di Desdemona, che si annida nel profondo delle anime".