
Uno Speed-Check sulla 429 a Cambiano. Foto Gianni Nucci/Germogli
Castelfiorentino, 10 dicembre 2015 - Un investimento di 18mila euro per l’acquisto e l’installazione di otto box. Servono a ospitare gli autovelox. Si chiamano ‘speed check’: colonnine in plastica, di colore arancione, con tanto di segnalatore luminoso. Da qualche settimana sono apparse lungo la 429 nelle frazioni di Cambiano e Petrazzi per volontà dell’amministrazione comunale di Castelfiorentino. Decisa, come sottolinea il sindaco Alessio Falorni, non a fare cassa, «ma a frenare la velocità in due delle frazioni più segnate dagli incidenti stradali». E in effetti non c’è dubbio sul fatto che le casse non traggano giovamento dagli Speed Check, visto che all’interno di quelle ‘colonnine’ non c’è alcun apparecchio rilevatore di infrazioni, al contrario di come le impressioni potrebbero suggerire. Tant’è che le finestrelle rotonde dalle quali potrebbero far capolino gli ‘occhi’ dei rilevatori elettronici sono invece oscurate da oblò di plastica nera.
L’opposizione parla di ‘scatole vuote’, ma intanto il Comune per acquistarli ha dovuto tirare fuori 3600 euro con la Regione che invece ci ha messo quasi 15mila euro. Ma questi dispositivi servono davvero a frenare gli azzardi degli automobilisti? E soprattutto: quei soldi spesi valgono il gioco? Un dubbio sorto ad alcuni cittadini, con la questione sollevata pure dal gruppo ‘Insieme per Cambiare’ che ha voluto fare chiarezza postando sulla propria pagina Facebook la risposta data dalla giunta all’interrogazione relativa agli ‘autovelox’. «L’importo per l’attuale installazione degli otto Speed Check ammonta a 10.744 escluso Iva - si legge - L’intervento complessivo previsto ammonta a 18mila euro più Iva, di cui 3.600 a carico del Comune e 14.400 della Regione Toscana». «Dal punto di vista della prevenzione in chiave sicurezza stradale, una cosa è certa: l’efficacia è provata», spiega Annalisa Maritan, comandante della polizia municipale dell’Unione dei Comuni. «Detto questo, faremo in modo di organizzare anche servizi che vedano la presenza sul posto del nostro personale».
L’unico modo per abbinare al contenitore arancione un misuratore di velocità, così da rilevare violazioni ed elevare sanzioni, è prevedere la presenza di una pattuglia della Municipale. «Tuttavia il nostro obiettivo non è fare cassa - ribadisce Falorni - ma dissuadere gli automobilisti dall’andare veloci. Per quanto riguarda i 18mila euro spesi per gli otto Speed Check, quali altre soluzioni erano attuabili? E sarebbero state forse meno care? Guardando all’installazione di eventuali dossi, anche se inattuabili su strade regionali come quelle sulle quali siamo intervenuti, i costi sarebbero stati ben più elevati: quattro dossi sarebbero costati 20mila euro circa. Storia a sé per i display che segnalano la velocità a cui le auto procedono, assolutamente inefficaci come deterrenti».
Il quadro secondo Falorni è chiaro: «Prima di scegliere ci siamo confrontati con la polizia municipale: la scelta è stata concertata. Di fatto, con tremila euro abbiamo risolto un problema sicurezza a Petrazzi e Cambiano che sembrava insormontabile. Adesso stiamo valutando una soluzione simile anche nella frazione di Dogana. Se useremo davvero gli Speed Check? E’ presto per dirlo».