IRENE PUCCIONI
Cronaca

L’odissea di un padre. La ex lo accusa di maltrattamenti, il tribunale archivia tutto: "Non vedo mia figlia da un anno"

La madre l’ha portata via il 2 agosto di un anno fa. Ora i servizi sociali non gli fanno incontrare la bambina nonostante il decreto della Corte d’Appello

L'odissea di un padre per rivedere sua figlia (Foto di repertorio)

L'odissea di un padre per rivedere sua figlia (Foto di repertorio)

Empoli, 18 agosto 2024 – Un anno e tre settimane che non vede né sente sua figlia. La madre l’ha portata via con sé quando il 2 agosto di un anno fa ha deciso di andarsene di casa lasciando all’uomo che è stato il suo compagno per quasi dieci anni una denuncia per maltrattamenti. E qui che per questo padre, residente nell’empolese, inizia un calvario che ancora non è finito.

"Screzi e litigi con la mia compagna ne abbiamo avuti come li hanno tutte le coppie, ma non le ho mai alzato un dito. Con mia figlia ho sempre avuto un rapporto meraviglioso: era ed è la mia ragione di vita. Quello che è successo non me lo spiego ancora". Sulla base di accuse pesantissime la vita dell’uomo e della presunta persona offesa sono state passate al setaccio: sono stati controllati cellulari e pc, conti correnti e referti medici; nel corso delle indagini preliminari sono state sentite tutte le persone che potevano essere a conoscenza diretta o indiretta dei fatti messi a verbale. Al termine delle articolate investigazioni svolte, tuttavia, non sono emersi elementi per poter andare avanti nel procedimento, pertanto le accuse di maltrattamenti sono state archiviate.

La Procura di Firenze si è pronunciata in questi termini il 3 giugno scorso, ma durante i mesi di indagini c’è un diritto che al padre è stato sempre negato. "Anche se io fossi stato un maltrattante – spiega l’uomo – avrei avuto lo stesso il diritto di vedere, sentire e sapere come stava mia figlia, perché nell’ambito della denuncia nei miei confronti non è mai stato adottato alcun provvedimento cautelare, restrizione, allontanamento, autorizzazione di un giudice che autorizzava la mia compagna a tenere la bambina lontana da me". E questo diritto continua a essergli ancora negato nonostante ci sia un ulteriore decreto che stabilisca nero su bianco "la ripresa delle frequentazioni tra padre e figlia".

La Corte d’Appello di Firenze ha infatti accolto, lo scorso 16 luglio, il reclamo del padre disponendo al servizio sociale territoriale affidatario di sua figlia di organizzare incontri con la bambina. "Sto ancora aspettando una data, un orario, un luogo per poter rivedere la mia bambina. Ancora oggi io non so dove sia. L’infanzia di mia figlia è stata violata e ogni giorno che passa la violenza dell’allontanamento da suo padre si fa più forte. Che idea si sarà fatta di me in questo anno di distanza? Cosa le avranno raccontato di me? Ogni giorno che passa sarà più difficile ricucire questo rapporto. In questi ultimi mesi ho perso 15 chili e sono stato sette volte in pronto soccorso perché colto da improvvisi malori. Non ho mai smesso di lottare, ma è sconcertante come nel 2024 in uno stato di diritto, in questo momento io e mia figlia non siamo tutelati, ingiustamente tenuti divisi da oltre un anno da una burocrazia lenta e farraginosa, che ha tardato a riconoscere la realtà dei fatti e che ora tarda a porvi rimedio".

L’avvocato Francesco Bevacqua che segue il padre nella sua battaglia ha un giudizio molto netto sul caso: "Questa bambina è come fosse sparita in un buco nero. Per oltre un anno si sta negando ad un padre di vedere sua figlia. Questo è un caso simbolo che porta alla luce una disparità genitoriale e il malfunzionamento della rete dei servizi sociali".