"C’è chiaramente un po’ di dispiacere nel dover lasciare una comunità. Dall’altra parte ci sono per me la curiosità e la volontà di incontrare al più presto i fedeli di Cerreto: cercherò di ascoltare e di comprendere soprattutto chi di loro è più lontano". Sono le prime parole di don Tommaso Botti, nuovo parroco della Pieve di San Leonardo a Cerreto. Per lui, se allargassimo lo sguardo a tutto il territorio comunale, si può in qualche modo parlare di ritorno in paese: fino al 2016 ricoprì infatti l’incarico di vice-parroco delle parrocchie di Stabbia, Lazzeretto e Apparita, a fianco di don Antonio Velotto. Ed ebbe evidentemente modo di farsi ben volere dai parrocchiani ’a dispetto’ della giovane età, considerando che a seguito della sua nomina a parroco delle parrocchie di Lari, Casciana Alta e Usigliano (arrivata proprio quell’anno) si levò qualche mugugno da parte dei fedeli di Stabbia contrari alla sua partenza.
Parrocchie che ha amministrato praticamente sino ad oggi e al contempo è stato nominato anche direttore dell’Ufficio per la pastorale del Tempo libero, turismo e sport della Diocesi di San Miniato.
Nato a Santa Maria a Monte, 35 anni, don Tommaso arriverà a Cerreto nei prossimi giorni. La data da segnare sul calendario è quella di sabato prossimo, che coinciderà con il suo insediamento: alle 16 del prossimo 28 settembre, il nuovo parroco incontrerà infatti l’amministrazione comunale in piazza Vittorio Emanuele.
Da lì sarà accompagnato alla Pieve di San Leonardo, dove alle 16.30 inizierà la messa presieduta dal vescovo Giovanni Paccosi. A breve dunque, don Botti ritroverà (anche se in una nuova veste) un territorio che comunque conosce e che ha nell’Infiorata una delle sue iniziative di stampo religioso più iconiche, suggestive e sentite dalla cittadinanza. E don Tommaso, anche con una battuta di spirito, si è detto sotto questo aspetto ben felice di questa "vocazione" del territorio e dell’intenzione di portarne avanti la tradizione. "Per quanto riguarda le tradizioni, io sono di Santa Maria a Monte – ha concluso, sorridendo – direi che processioni, infiorate e santi non mi "spaventano". Ne sono anzi felice".
Giovanni Fiorentino