Vinci, 22 marzo 2020 - Tutto in pochi minuti. Appena il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo, e mamma e babbo si sono trovati fra le braccia il loro piccolo, pronto ad affacciarsi alla vita in maniera inattesa ieri mattina. Non erano neppure le 8. Il neonato è venuto alla luce nella casa dove vivono i genitori e il fratellino maggiore. La mamma non ha avuto il tempo di arrivare in ospedale, anzi di attendere l’arrivo dei soccorsi a casa. Il miracolo della vita si è compiuto mentre il padre era al telefono con la centrale operativa del 118 Empoli Pistoia, intento prima a chiedere aiuto e poi a farsi guidare su come assistere al meglio la compagna, a fine gravidanza, arrivata al momento di partorire. Un momento di emozioni difficili da descrivere, indimenticabile, in un giorno, il primo della primavera, inevitabilmente segnato dall’ansia per un’emergenza, quella da contagio Covid-19, che detta legge nella quotidianità di ognuno. All’arrivo dei soccorritori, inviati all’abitazione nella frazione vinciana di Sovigliana con un’automedica e un’ambulanza della Pubblica Assistenza di Empoli, madre e figlio erano sul divano.
Un’immagine commovente, uno spiraglio di luce in giornate assai complicate per chi per professione o nelle vesti di volontario opera sui mezzi di soccorso. Dopo aver prestato le prime cure ai due, i soccorritori hanno deciso il trasferimento all’ospedale San Giuseppe di neomamma e bambino.
Nel reparto di ostetricia, del resto, la quotidianità è fatta di mamme di cui prendersi cura, anche in tempi di pandemia. Certo, con le dovute accortezze. E lo sottolineano le stesse ostetriche del San Giuseppe di Empoli in un post affidato a Facebook, fra parole di speranza e indicazioni su come affrontare il parto al tempo della pandemia. "Care mamme - scrivono - stavate aspettando questo momento con il desiderio di condividere la vostra gioia insieme alla famiglia e agli amici. Vi chiediamo però di evitare le visite dei parenti in ospedale per garantire il benessere vostro e del bambino: sarà una cosa solo rimandata a quando tutto sarà passato. Questa che potrebbe essere vista come una limitazione, in realtà può diventare un’occasione per scoprire la bellezza di essere diventata mamma e godere fino in fondo questa esperienza senza ‘interferenze’".
Un consiglio accompagnato da una certezza: "Noi ostetriche siamo qui, pronte ad accogliervi, sostenervi e coccolarvi. Ci saranno sempre i nostri occhi a sorridere al di là della mascherina". Parole presto condivise dal sindaco Brenda Barnini, mamma in dolce attesa del secondogenito. "Tra poche settimane anch’io sarò in quel reparto per ripetere l’esperienza incredibile di diventare mamma - sottolinea - So bene quanto si possa aver bisogno di aiuto e quanto subito dopo la nascita si voglia mostrare il nostro amore al mondo. Ma ora dobbiamo evitare le visite". © RIPRODUZIONE RISERVATA