REDAZIONE EMPOLI

Passi in avanti per l’archivio della memoria

A Fucecchio si celebra l'importanza della memoria storica con 'Estate44' e la creazione di un archivio dedicato. Testimonianze cruciali del passato devono essere preservate e condivise per non dimenticare il prezzo della libertà.

A Fucecchio si celebra l'importanza della memoria storica con 'Estate44' e la creazione di un archivio dedicato. Testimonianze cruciali del passato devono essere preservate e condivise per non dimenticare il prezzo della libertà.

A Fucecchio si celebra l'importanza della memoria storica con 'Estate44' e la creazione di un archivio dedicato. Testimonianze cruciali del passato devono essere preservate e condivise per non dimenticare il prezzo della libertà.

Estate 1944: passa il fronte della Seconda Guerra Mondiale, il che significa massacri, eccidi, sofferenze, prezzo altissimo da pagare per libertà e diritti. Ecco: non si deve smarrire la memoria di questo prezzo. Libertà e diritti non sono scontati. Fucecchio vi ha dedicato ‘Estate44’ e vi dedicherà l’archivio della memoria. Lo scorso finesettimana alla Limonaia del parco Corsini, nel contesto della rassegna ‘Festivalto’, sono stati presentati i risultati della rassegna ‘Estate44’ e dell’avanzato piano di istituzione dell’archivio della memoria di Fucecchio. Presenti la giunta tra cui Alberto Cafaro, assessore alla cultura e alla valorizzazione della memoria storica, Alberto Malvolti per la Fondazione Montanelli Bassi, Francesco Corsagni per La Limonaia. Più di mille persone hanno partecipato a ‘Estate44’, nel corso degli undici eventi promossi dal Comune e dedicati alla memoria cittadina.

L’assessore Cafaro ha sottolineato la sempre più pressante importanza di portare a termine il progetto avviato nel 2015 sulla realizzazione di un archivio della memoria. Anche perché, per chiare ragioni, le voci dirette di quel tempo stanno progressivamente sparendo. E allora rimane fondamentale la memoria, la conoscenza. Nel 2015 furono una ventina le testimonianze ancora dirette. Oggi, queste devono più che mai diventare patrimonio comune e condivise insieme a quanto recuperato negli archivi storici del Dopoguerra. Il tutto va chiaramente digitalizzato. E’ un impegno di notevole spessore, ma che - è stato detto - deve essere incrementato con nuove testimonianze laddove possibile e mandato in porto.