Pd, analisi e autocritica: "Non siamo preoccupati. Ora ancora più ascolto. I voti persi? Vi spiego"

Il segretario dem: "Difficile un paragone col 2019. Ripartiamo con umiltà. La sconfitta a Gambassi? Pagate alcune scelte dell’amministrazione. L’affluenza al 66% è un campanello d’allarme grave. E sulle alleanze...".

Pd, analisi e autocritica: "Non siamo preoccupati. Ora ancora più ascolto. I voti persi? Vi spiego"

Pd, analisi e autocritica: "Non siamo preoccupati. Ora ancora più ascolto. I voti persi? Vi spiego"

È tempo di autoanalisi in casa Pd. Ma anche di autocritica. Perché il feudo rosso che fino a poco tempo fa sembrava inespugnabile, stavolta si è rimpicciolito davvero, ha perso un tassello (Gambassi Terme) e per un pugno di schede deve ricorrere al ballottaggio a Empoli con una sfida tutta a sinistra tra Mantellassi e Masi. Temi che meritano una riflessione seria e approfondita. Jacopo Mazzantini, segretario della federazione Pd Empolese Valdelsa, all’indomani del voto non si nasconde. E ammette: "La sconfitta a Gambassi è evidente e motivo di grande rammarico, faremo un’attenta riflessione. A Samanta Setteducati va tutta la nostra riconoscenza e gratitudine, è stata una campagna elettorale molto difficile e la presenza di due liste civiche ascrivibili allo stesso elettorato l’ha resa ancora più complicata".

Poi la frecciata: "Paghiamo cara la frattura con un pezzo rilevante del paese tradizionalmente a noi vicino. Evidentemente si è sottovalutato e non si è saputo governare un malcontento per alcune scelte dell’amministrazione". Mazzantini allude alla demolizione dell’ex teatro che a Gambassi ha fatto molto discutere: "Credo che la frattura nasca proprio da lì", ammette. E nasce spontaneo un parallelismo con Empoli dove il fronte del no (dal gassificatore al raddoppio fino ad arrivare ai no Keu) sembra aver orientato le scelte degli elettori nelle frazioni che sono state il fulcro delle proteste, vedi Marcignana (qui lo scarto fra Mantellassi e Masi è stato di appena il 5.5%) e Brusciana (con divario al 13%). "Non ci nascondiamo dietro un dito – commenta il segretario dem –: ci sono sezioni elettorali in cui abbiamo risentito, ma allo stesso tempo c’è da chiedersi come mai i voti assoluti di Masi sono rimasti più o meno in linea con quelli di 5 anni fa, quando i candidati dei partiti oggi riconducibili a lui presero poco meno di 4.400 voti, un dato non distante dalla fotografia attuale".

A Empoli rispetto a cinque anni fa il Pd però ha depauperato 3.338 voti. "Sono tornate difficilmente sovrapponibili – analizza il segretario dem –. Nel 2019 c’era un sindaco che si presentava al secondo mandato, trovo difficile fare un parallelismo. E stavolta ci siamo presentati con una coalizione più ampia, questo drena un po’ di voti al Pd. Resto comunque convinto che il centrosinistra allargato sia la strada giusta".

Mazzantini non fa drammi e anzi, chiarisce: "Nessuna preoccupazione, siamo determinati a conseguire il risultato. Con cento voti in più sarebbe tutta un’altra analisi. Ripartiamo con umiltà, dobbiamo affrontare queste ultime due settimane come se fosse il primo giorno della campagna elettorale. E con un ascolto e un dialogo coi cittadini ancora maggiore, ma non è una novità: Alessio ha consumato più suole di tutti gli altri candidati".

Capitolo alleanze. Anche in questo caso Mazzantini non vacilla: nessun errore, zero rimpianti. "Le alleanze che non sono arrivate sono frutto di scelte o dinamiche regionali o nazionali – spiega –. Italia Viva ago della bilancia con l’1,46%? Fin dall’inizio della campagna noi abbiamo detto sì a Iv, poi è chiaro: bisogna essere in due". A preoccupare il segretario dei democratici è semmai un altro dato: "Il 66% di affluenza in un territorio così ricco di cittadinanza attiva e di associazionismo è un grave campanello d’allarme che deve responsabilizzare il Pd, cioè noi, che questo territorio lo governiamo da sempre – conclude –. Quando l’affluenza inizia a scendere a una soglia così bassa significa che un terzo della città non ritiene più la democrazia utile alla sua vita. E questo è pericoloso".

Alessandro Pistolesi