
La Cgil lancia un nuovo allarme per la crisi che affonda il morso sulla moda toccando in modo sensibile il distretto della pelle (foto d’archivio)
"Siamo alle porte con i sassi, o si tutelano i posti di lavoro o sarà una tragedia", dice Loris Mainardi (Filctem Cgil) facendo il punto su pelli e calzature. Che succede? "Abbiamo segnali di licenziamenti nel settore artigianato perché per molte aziende gli ammortizzatori sociali sono finite da settimane – aggiunge –. I nodi ci sono anche per l’industria. E comunque siamo davanti ad un quadro generale si forte stallo: concerie sempre in crisi e calzature e pelletteria in affanno".
Il 2025 è ancora all’insegna delle criticità? "Questo è quello che ci dicono ora le previsioni. Servono ammortizzatori sociali: fin qui abbiamo sentito tante chiacchiere: ma prima ancora di fare la caccia alla riprese e necessario fare in modo che tutti gli operai restino al lavoro: sennò quando la ripresa arriverà davvero questo distretto avrà perso pezzi della filiera. E non esiste un distretto senza la filiere. Noi tutto questo lo andiamo ripetendo da più di un anno. Ma risposte concrete non ne abbiamo sentite".
L’ossigeno sta finendo? "Sì. Siamo davanti ad aziende che hanno già raggiunto le 48 settimane di cassa integrazione delle 52 previste dal biennio mobile. Il tempo passa: sono due anni, praticamente, che il settore della moda è in crisi, è evidente che le settimane per molti sono finite e per altri sono agli sgoccioli. Così non si attraversa un anno che sembra un mare aperto di sole onde grosse".
Poi ci si sono messi anche i dazi? "Benzina sul fuoco. Non possono che aggravare un quadro già fortemente complesso che, se vogliamo parlare in termini regionali, danneggia tutta l’economia toscana: la moda, la meccanica, l’agroalimentare".
Cosa fare? "Faremo il punto sulla moda giovedì della prossima settimana a Firenze con un tavolo ampio nel quale mettere sotto la lente tutti i problemi, le urgenze e anche la possibilità di intraprendere iniziative. Non possiamo stare fermi, qui c’è in gioco il futuro".
Carlo Baroni