Oggi il problema tocca il miele, così com’è stato (e com’è) con il grano, con l’olio… Sulle nostre tavole si presentano prodotti stranieri, che vengono anche da molto lontano, a prezzi bassi assolutamente non concorrenziali e di qualità tutta da verificare. L’Empolese Valdelsa – dove vino, olio, ortofrutta e anche miele sono prodotti importanti – non è immune all’allarme di Coldiretti. "Noi possiamo contare su clienti fidelizzati che amano il nostro prodotto, che ci conoscono bene", dicono all’Apicoltura Ferri di Montespertoli, nella bassa vallata del Virginio. Il prodotto locale, in sintesi, vince ancora. Giulio Tinacci, dell’associazione dei Viticoltori di Montespertoli (talora il miele è un millefiori all’occhiello delle aziende), intanto spiega: "Condivido la preoccupazione per la concorrenza sleale subita dagli apicoltori toscani a causa delle importazioni di miele a basso costo. Oltre ai controlli sulla qualità e alla trasparenza nelle etichette, è importante considerare i costi sociali di questi prodotti, spesso legati a condizioni di lavoro meno tutelate. Serve più sensibilizzazione per incentivare l’acquisto di miele locale, sostenendo così un settore essenziale per la nostra economia e biodiversità".
Spostiamoci sul Montalbano. L’azienda agricola Dianella Prima, di Vinci, fresca vincitrice di importanti premi per ciò che riguarda il vino, non si riferisce allo specifico del miele quanto alla fondamentale necessità di proteggere tutti - e si sottolinea tutti - i prodotti della filiera locale: "Occorre valorizzare il Made in Italy dell’agroalimentare - afferma Leonardo Lunardi - occorre dare il giusto valore economico alla nostra qualità". Lunardi nei giorni scorsi era a Parigi, dove ha potuto visitare negozi dove si esalta l’agricoltura italiana e toscana in particolare. Ebbene, ancora in sintesi: perché proprio qui da noi si deve rischiare di soccombere a prodotti ’alieni’?
Andrea Ciappi