
I pesci appesi a essiccare al davanzale (foto Germogli)
Fucecchio (Firenze), 7 dicembre 2015 - QueI pesci appesi a essiccare al davanzale di una finestra di un palazzo del centro storico, proprio no, non ci potevano stare. Perciò gli agenti della polizia municipale di Fucecchio, su segnalazione dell’assessore Silvia Tarabugi, a sua volta ‘informata’ via Facebook dal gruppo «Sei di Fucecchio se...», sono intervenuti. Prima con le maniere buone, ossia suonando il campanello e bussando alla porta, poi, visto il ‘silenzio’ da parte dei residenti di quell’appartamento al secondo piano, con le maniere forti: hanno contattato gli operai del Comune e, utilizzando un mezzo meccanico con cestello, hanno raggiunto il pesce steso come indumenti al sole, e lo hanno rimosso. Facendolo volare di sotto e poi smaltendolo. E’ successo nella mattina di ieri, poco prima delle 9, in via Nazario Sauro nel cuore di Fucecchio, dove la moda di mettere pesce, piuttosto che carni o verdure ad essiccare all’aria non è certo una novità. E’ proprio il caso di dirlo si tratta di una questione di tradizioni: peculiarità di culture anche alimentari differenti dalla nostra, proprie di famiglie straniere, in questo caso di origine cinese. Una vera e propria abitudine alimentare tipica degli immigrati orientali e non solo che evidentemente apprezzano molto a tavola, prodotti essiccati.
E per carità, niente da sindacare. Se non fosse che tanto i pesci rimossi e smaltiti come rifiuti organici ieri mattina, tanto altri cibi preparati con la stessa modalità, sono pure poco sani. «Via Sauro - commenta l’assessore Tarabugi - è piuttosto trafficata: pertanto il cibo, con i fumi di scarico delle auto, sono anche pericolosi per la salute». Dunque, pesce ‘sequestrato’, se così vogliamo dire, e pure una bella sanzione per la famiglia responsabile della originale esposizione alla finestra. C’è infatti un regolamento comunale che per ragioni di decoro urbano fa divieto di stendere oggetti e quant’altro alle finestre del centro storico, figurarsi il cibo. Ancor più proibito viste anche le ovvie ragioni di natura igienico-sanitaria. E così nei prossimi giorni, compatibilmente con i tempi tecnici previsti dalla legge, la famiglia in questione si vedrà recapitare una multa di un centinaio di euro poco più. Un conto assai salato per il pesce non consumato.