Montelupo Fiorentino, 25 agosto 2023 – E’ un’emergenza senza fine. Non si fermano i volontari impegnati nella salvaguardia dell’ambiente che solo nell’arco dell’ultima settimana a Montelupo Fiorentino sono intervenuti ben tre volte con un solo, nobile scopo: portare in salvo la fauna ittica del torrente Pesa. Il fiume è in secca e le ultime pozze rimaste sono affollate di pesciolini agonizzanti in carenza d’ossigeno. Ieri mattina l’ennesima operazione di salvataggio con il coordinamento del settore faunistico della Regione Toscana. Volontari, polizia provinciale, associazioni locali per un intervento strutturato. Tutti impegnati alle prime ore del mattino lungo il corso del torrente per salvare centinaia e centinaia di pesci e di avannotti destinati a morte certa. Tirati su con i retini, chili di barbi ed altre specie in via d’estinzione. L’operazione si è concentrata nelle due ’buche’ rimaste tra Montelupo e Lastra a Signa, una nei pressi del palazzetto dello sport e l’altra in corrispondenza della cassa di espansione del Turbone. La polizia provinciale è intervenuta con due botti da 300 litri, tutte riempite di ’vita’ e riversate dove l’acqua continua a scorrere. "Rispetto alla stagione scorsa - commenta l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi sempre impegnato nei salvataggi - gli interventi sono stati di più. Quello di ieri era il 18esimo, da giugno a metà agosto del 2022 ne abbiamo organizzati invece 11. Questo perché il 15 agosto dello scorso anno un grosso temporale riportò l’acqua lungo tutto il corso della Pesa, anche se per poche ore. Non fu poi più necessario intervenire, perché il 15 settembre arrivò un altro acquazzone a riportare il deflusso definitivamente. Un’anomalia climatica, questa, considerando che in genere l’acqua torna a novembre". Sul posto, anche il vicesindaco di Montelupo Fiorentino Simone Londi e il sindaco Paolo Masetti. "Ringrazio davvero di cuore tutti – ha commentato Masetti – ma siamo consapevoli che purtroppo questo non basta. Siamo in attesa di interventi strutturali già presenti nel documento operativo della difesa del suolo regionale e che aspettano solo di essere finanziati. Interventi non certo risolutivi, ma capaci di aumentare la ‘resilienza’ del nostro torrente. Inutile aggiungere che si tratta di interventi non più rimandabili".
Y.C.