JOHARA CAMILLETTI
Cronaca

Artista del riciclo ‘reinventa’ il piano di Laura Pausini

Fucecchio, la giovane Benedetta Chiari racconta come ha fatto

Benedetta Chiari

Fucecchio, 29 giugno 2019 - "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" cantava De André. Così non deve stupire se dai rifiuti delle aziende del comprensorio del Cuoio hanno preso vita delle opere d’arte che in questi giorni trovano posto sul palco dei concerti di Laura Pausini e Biagio Antonacci. Dietro a questo piccolo capolavoro c’è una mano fucecchiese, quella della giovane Benedetta Chiari, 21 anni, studentessa dell’Accademia di Belle arti che ha partecipato alla realizzazione delle due opere. Si tratta di due pianoforti in legno decorati finemente che raffigurano i volti dei due artisti.

La curiosità? Le decorazioni sono state realizzate interamente con materiali di scarto provenienti dalle aziende del comprensorio del Cuoio. Il responsabile della scenografia dei concerti ha contattato la Waste Recycling per commissionare queste due opere. Dal 2015 infatti l’azienda collabora con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove Benedetta Chiari frequenta il secondo anno, nell’ambito del progetto Scart che punta a valorizzare i materiali di scarto e nobilitarli rendendoli vere e proprie opere d’arte.

"Ho partecipato a uno workshop a marzo – spiega la studentessa – che mi ha permesso di entrare in contatto con la referente del progetto Scart. In seguito sono stata contattata insieme ad altre due compagne di studi per partecipare alla realizzazione del progetto". In due settimane le opere hanno preso vita grazie all’estro delle giovani artiste.

"L’azienda ci ha messo a disposizione il laboratorio dove abbiamo potuto attingere ai materiali di recupero: in poco tempo abbiamo portato a termine l’opera commissionata", sottolinea. Quelli che sembravano scarti inutilizzabili hanno trovato nuova vita. A esempio per il volto di Antonacci sono stati utilizzati vetro, metallo, frammenti di plastica mentre per la Pausini sono stati usati pezzi di cuoio, bottoni e chiodi.

"All’inizio mi sembrava impossibile ma poi ce l’abbiamo fatta e siamo tutti soddisfatti dell’esito – ammette – Quando ho realizzato che le opere avrebbero fatto parte di una scenografia di un concerto così importante ho provato un’emozione fortissima".