IRENE PUCCIONI
Cronaca

“Pietre della Memoria“. Un archivio di storie

EMPOLI Dal lavoro di Chiara Saggio, svolto durante l’anno di servizio civile alla Casa della Memoria, nasce il progetto denominato “Pietre...

Chiara Saggio ha curato la raccolta delle biografie dei deportati empolesi

Chiara Saggio ha curato la raccolta delle biografie dei deportati empolesi

EMPOLIDal lavoro di Chiara Saggio, svolto durante l’anno di servizio civile alla Casa della Memoria, nasce il progetto denominato “Pietre della Memoria“ che ha trovato una sua espressione attraverso la creazione di un centro di documentazione dedicato alla raccolta e alla conservazione di materiali storici, testimonianze e informazioni relative alle vittime della deportazione, con anche una mappa interattiva dove si possono vedere le posizioni di tutte le pietre poste in città. L’obiettivo, oltre a dare alla popolazione uno strumento per approfondire conoscenze sulla storia locale, è quello di ridare un’identità a quelle persone alle quali era stata portata via e sostituita da un numero di matricola. È stato possibile reperire il materiale, oltre che tramite ricerca, anche grazie ai parenti dei familiari che hanno collaborato con entusiasmo alla realizzazione. Il progetto si inserisce all’interno del già noto percorso delle ‘pietre d’inciampo’ curato dall’artista tedesco Gunter Demnig, che disseminò 42 riferimenti ai deportati che non fecero ritorno a Empoli, riportandoli simbolicamente a casa piazzando le pietre proprio davanti all’abitazione della persona a cui è dedicata, come si può leggere dalla dicitura “Qui abitava...“ posta sulle pietre. È proprio lì, sul marciapiede, nel mezzo a una piazza e leggendolo, cominceremo a riflettere ogni giorno di più.

Chiara Saggio, curatrice dei contenuti del sito e di questo lavoro che lei stessa definisce ‘un sogno che si realizza’, ha cercato tutte le ‘pietre’ e una volta trovate ha creato un file dove annotare le posizioni esatte, con relativi nomi e cognomi dei deportati per poi riportarli su una mappa che si potrà visualizzare anche nel sito. "Il fatto che i deportati siano stati privati della loro identità è una cosa che accetto con grande difficoltà, ed è stato ciò che mi ha spinta a mettermi in contatto con ogni singolo parente, parlare con loro, spiegare loro il mio progetto e le mie intenzioni – afferma Chiara Sagio –. Per poterli ritrovare ho collaborato con l’ufficio anagrafe e con l’archivio storico del comune di Empoli che mi hanno fornito documenti e contatti importanti. Il mio entusiasmo nel portare avanti questo progetto è andato di pari passo con l’entusiasmo dei parenti, con molti dei quali continuo ad avere contatti, che mi hanno regalato la maggior parte del materiale che si troverà all’interno del sito. Figli, nipoti, fratelli, sorelle si sono uniti insieme a me in questo percorso fino ad arrivare al sito all’interno del quale si potranno visualizzare le storie di ogni deportato, con le loro biografie, foto e le varie documentazioni che siamo riusciti a trovare. La ricerca continuerà – conclude – nella speranza che questo progetto possa avere una vita più lunga possibile".