Empoli, 19 giugno 2023 – L’edizione di primavera di Pitti Uomo, la prestigiosa manifestazione della moda che si tiene alla Fortezza da Basso di Firenze, ha mostrato numeri interessanti, con oltre 12.000 presenze e una partecipazione dall’estero che ‘vale’ un corposo 40% dell’affluenza: una vera e propria manna per un’iniziativa che punta molte carte sulle presenze da altri Paesi, in testa i famosi buyer che si occupano degli acquisti per conto delle grandi catene di abbigliamento, o comunque di imprese importanti. Per avere un quadro di prima mano dell’andamento della fiera della moda maschile per eccellenza e delle prospettive per le nostre aziende, abbiamo sentito Marco Landi, dell’omonima confezione empolese, ma anche presidente nazionale di Federmoda-Cna, l’organizzazione delle piccole e medie imprese dell’abbigliamento aderente alla confederazione dell’artigianato: ”Le cose sono andate bene: la manifestazione ci ha consegnato un afflusso di operatori in linea con quelli dell’edizione invernale che si tiene a gennaio, quella che tutti considerano l’appuntamento più importante per le proposte della moda maschile. Per dare l’idea del livello, si sono visti anche alcuni buyer cinesi, dopo il via libera ai viaggi dal grande Paese asiatico. Senza dimenticare i giapponesi, i coreani e gli statunitensi. Ricordo che questi risultati si sono avuti in un periodo in cui a Firenze ci sono molti turisti stranieri, con la conseguente penuria di camere negli hotel, che si traduce in un aumento dei prezzi per i soggiorni. Se questo dato non ha influito sulle scelte dei compratori, significa che la manifestazione è stata sentita come importante. Chi è arrivato era in cerca di idee nuove e di marchi con proposte interessanti. Infatti, ad esempio, noi stiamo fidelizzando la clientela sfruttando il ritorno del made in Italy, quello vero. A trovarsi nella condizione di poter fare queste proposte non sono in molti. I clienti di imprese come la nostra sono quelli di fascia medio - alta che si rendono ben conto di quel che comprano". E farlo nella cornice di Pitti, l’attività fieristica leader nel mondo negli abiti maschili per novità e marchi presenti, è una carta importante che le imprese puntano a giocare al meglio: tutto questo impegno profuso dalle aziende si traduce in una posizione di rilievo delle nostre confezioni nella branca più ricca dell’abbigliamento, quella dell’export. E infatti sono molte le imprese che da noi vantano livelli di produzione per l’estero che possono arrivare anche all’80-90%.
"Facendo una valutazione sul tipo di produzione, si può dire – riprende Landi – che nell’Empolese i terzisti di lusso, coloro che lavorano per le grandi firme, e quindi per l’export, sono circa un 70% dell’insieme delle aziende del comparto, mentre un altro 30% è composto da coloro che vendono all’estero con il proprio marchio. E sono soprattutto questi ultimi che si possono trovare a Pitti". Certo, nelle sale della Fortezza da Basso si può andare anche solo per vedere, e dunque per capire da che parte tira il ricco vento della moda. Però a interessare gli espositori sono evidentemente i buyer, perché sono coloro che firmano contratti di fornitura con le aziende, sia al momento durante l’esposizione, che in un secondo tempo, magari recandosi nelle aziende prescelte in base alle proposte che li hanno affascinati.