Empolese Valdelsa, 17 aprile 2022 - Stretta sui pagamenti elettronici: con l’entrata in vigore del decreto del Consiglio dei Ministri scatta dal 30 giugno l’obbligo di essere dotati di Pos. Il Point of Sales, letteralmente punto di vendita, permette di eseguire un pagamento, per l’acquisto di un bene o di un servizio, tramite la moneta elettronica ed è una misura che per esercenti e professionisti esiste ormai dal 2013. L’allora governo tecnico di Mario Monti aveva previsto che la multa recapitata ai soggetti inadempienti dovesse diventare operativa dal 1 gennaio 2023, scelta confermata anche dall’attuale Parlamento tramite l’approvazione del primo decreto Pnrr varato lo scorso dicembre. In pratica però, rispetto a quanto previsto inizialmente, le sanzioni per commercianti e professionisti che non accettano i pagamenti con i pos, scatteranno già il 30 giugno prossimo. E le polemiche non si sono fatte attendere.
Per la mancata accettazione di un pagamento con carta, di qualsiasi importo, si applicherà la sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Un esempio pratico? Per una transazione del valore di 25 euro negata dal commerciante perché proposta con carta di credito elettronica, l’esercente in questione dovrà pagare una multa maggiorata di 31 euro. Che non è poco visti i chiari di luna. "La tematica - commenta Gianluca D’Alessio di Confesercenti Empolese Valdelsa - ricorre da tempo. Quello dell’obbligo del pagamento elettronico è un elemento masticato e digerito senza alcun tipo di difficoltà dai nostri commercianti. Non c’è niente in contrario alla misura in sé per sè. Se non fosse per le commissioni, che vanno a pesare in maniera importante sulle attività con marginalità ridotta".
Per intendersi, a pagare il caffè al bar o il giornale in edicola col bancomat, non si fa un favore all’esercente. "Sarebbe fondamentale considerare il quadro d’insieme quando si decide di intraprendere una strada - commenta D’Alessio - Bene la moneta elettronica. Ma allora abbiniamola ad un’efficacia della rete, ad esempio. I terminali spesso non funzionano. Un’altra proposta intelligente sarebbe quella di mettere fino ad una certa soglia, per piccoli importi, la transazione gratuita, senza un ricarico del circuito bancario. Quest’azione sarebbe fondamentale. E non passi il messaggio che i commercianti sono contrari altrimenti non evadono. Il tema è la scarsa convenienza su certe tipologie di attività".
E infatti ad oggi quasi tutti sono dotati di pos. "La moneta elettronica è quella più utilizzata - conferma Serena Dimitrio del negozio di Elettroricambi di via Piovola - I costi a nostro carico però sono alti. Su un incasso di 1500 euro, giusto per fare due conti, 1100 sono di bancomat. E 300 di imposta. Noi abbiamo il pos da 20 anni ormai, anche i nostri tecnici e chi esegue riparazioni a domicilio ha dovuto adeguarsi e non sempre l’ha fatto volentieri". Anche la pescheria Assirelli è dotata di pos da tempo. "Era il 2001, con l’entrata in vigore dell’euro per agevolarci nella conversione, invitavamo la clientela a pagare con moneta elettronica il più possibile. Oggi - dice Patrizia Assirelli - abbiamo due terminali e l’80% dell’incasso lo chiudiamo con moneta elettronica. L’obbligatorietà? Per alcuni settori è penalizzante, danneggia. Sarebbe giusto obbligare togliendo però la commissione". E’, insomma, questione di buonsenso. Almeno per le piccole spese, avere un po’ di contanti a portata di mano, significherebbe dare una mano alle attività già piegate da pandemia e caro bollette.