
Non bastava, oltre a gel e mascherine, il famoso metro fra le rime buccali di Azzoliniana memoria, ovvero la distanza da tenere in classe come azione di prevenzione anti-contagio introdotta lo scorso anno scolastico per la ripresa della didattica in presenza. Quest’anno, infatti, la scuola è alle prese con un’altra novità: per docenti e personale amministrativo debutta l’obbligo del Green Pass. Chiunque varchi il cancello dovrà esibire la certificazione verde, pena sospensione dal lavoro e dello stipendio. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare magnum di problemi da risolvere.
L’aspetto dell’organizzazione per non ingolfare gli ingressi la mattina, è uno di questi. Meglio, dunque, controllare solo chi non è vaccinato, ma in tal caso bisognerebbe far dialogare il sistema informatico dell’Istruzione con l’anagrafe vaccinale delle Asl. E qui si apre tutta la diatriba sulla questione della privacy. Altro nodo da sciogliere: come gestire il supplente che dal quindi giorno dovrà sostituire il docente assente ingiustificato, perché privo di Green Pass?
Va poi anche verificata sul campo la gestione dei tamponi gratuiti al personale fragile munito di certificazione di esenzione alla vaccinazione. Insomma, a tre settimane dall’avvio delle lezioni in presenza le scuole non sono ancora pronte alla ripartenza.