Empoli, 28 dicembre 2023 – Boom di accessi, personale in affanno, pazienti in attesa di un ricovero e tanta rabbia. Sono giorni difficili per il pronto soccorso di Empoli. E nella stessa situazione si trovano anche gli altri presidi della Città Metropolitana. È quanto emerge dall’analisi della Fp Cgil di Firenze che denuncia "la grave sofferenza dei pronto soccorso della Metrocittà, messi in ginocchio dagli innumerevoli accessi" con "operatori sanitari, infermieri e medici e stremati dalla stanchezza". Lo stesso, incalza il sindacato, si può dire per i pazienti dal momento che "mancano i posti letto per i ricoveri".
Dal quadro che emerge, la situazione del San Giuseppe sembra essere tra le più critiche. "Al pronto soccorso di Empoli – spiega Sabrina Leto, segreteria Fp Cgil Firenze con delega alle politiche sanitarie – alle ore 20 del 26 dicembre si contavano più di 100 persone presenti". Non è andata meglio nella giornata di ieri "con 33 pazienti in attesa di ricovero – insiste Leto – La mancanza di barelle ha provocato inoltre disagi anche per i mezzi di trasporto sanitari che hanno avuto tempi medi di attesa per sbarellare i pazienti di 2-3 ore". E non è tutto. "Ad aggravare la situazione – continua ancora la sindacalista – vi è la chiusura di 20 posti letto del reparto di medicina che risale a prima dell’estate".
Insomma , una situazione difficile da gestire considerando il periodo di picco per l’influenza e la risalita dei contagi da coronavirus. "Come ogni anno ormai in questa fase i pronto soccorso sono presi d’assalto a causa dell’arrivo della sindrome influenzale, complice anche l’aumento dei casi covid – sottolinea Leto –. Tutti i pronto soccorso della Città Metropolitana fiorentina, compresi Careggi e Meyer, hanno avuto in questi ultimi quattro giorni un elevato numero di accessi che ha messo a dura prova i medici, gli infermieri e gli operatori sociosanitari".
È forte la preoccupazione della Fp Cgil per la tenuta dei servizi, ma anche per le condizioni di lavoro pressanti degli operatori sanitari. "A causa delle mancate assunzioni, ormai da oltre tre anni a partire dal periodo covid, il personale è costretto a continue rinunce del giorno di riposo e continui rientri in turno, a fare turni di 12 ore per garantire la copertura della continuità assistenziale, con conseguente stress psicofisico fino al Burnout – denuncia ancora la Cgil – La Funzione pubblica si batte da tempo per le assunzioni e la definizione degli standard assistenziali che permetterebbero una migliore presa in carico del paziente e una maggiore assistenza".
Non solo. "Oltre alla mancanza di personale sanitario, c’è anche l’assenza della medicina di prossimità – sottolinea il sindacato – occorre organizzare, rafforzare, e far lavorare in team multiprofessionali, la medicina territoriale, infermieristica di famiglia e di comunità per la presa in carico di tutti quei pazienti cronici da seguire al proprio domicilio per prevenire la riacutizzazione delle patologie evitando lunghe attese in pronto soccorso e nuove ospedalizzazioni, così come invitare tutti i cittadini con problemi di salute non urgenti ad andare dal proprio medico di medicina generale o pediatra, ed evitare il pronto soccorso che per sua natura dovrebbe trattare solo le urgenze e le emergenze".