CARLO BARONI
Cronaca

Riciclaggio nel conciario. Confisca da 640mila euro

Il provvedimento è stato eseguito ieri da carabinieri e guardia di finanza. Destinatario è un 48enne di Napoli rimasto coinvolto nell’inchiesta Vello d’Oro

Intercettazione ambientale nell’ambito dell’inchiesta Vello d’oro

Intercettazione ambientale nell’ambito dell’inchiesta Vello d’oro

Empoli, 1 luglio 2022 - Tre immobili a Napoli. Fino alla concorrenza di 640mila euro. I militari dei comandi provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza di Firenze hanno dato esecuzione ad un provvedimenti di confisca a carico di Vincenzo Bocchetti, 48enne di Napoli, che era rimasto incagliato nell’operazione "Vello d’oro". Una confisca disposta dal gip del tribulale di Firenze a seguito della sentenza del novembre 2020. I reati andavano dal riciclaggio, all’ autoriciclaggio e impiego di denaro proveniente da reati fiscali.

In questo caso, appunto, sono stati confiscati tre immobili che si trovano nell’hinterland napoletano, che specifici approfondimenti della procura di Firenze hanno permesso di individuare, nonostante uno degli stessi non risultasse censito al catasto ed un altro fosse stato simulatamente intestato ad un terzo. Gli accertamenti di natura economica e finanziaria, svolti dai militari della aliquota delle fiamme gialle, sezione di polizia giudiziaria della procura della Repubblica e dai carabinieri del nucleo investigativo di Firenze, sono scaturiti – si apprende – da una precedente attività investigativa che aveva portato a rivelare quello che è stato ritenuto un complesso meccanismo di false fatturazioni e riciclaggio attuato nel settore del conciario. I provvedimenti si inseriscono – spiega una nota – "in una più ampia strategia istituzionale, basata sul coordinamento dell’ufficio della procura per le misure di prevenzione e per il contrasto ai patrimoni illeciti, volto a contrastare, l’infiltrazione criminale dell’economia legale".

I reati contestati al 48enne erano stati accertati tra Fucecchio, Castelfranco, Santa Croce e Monsummano e, secondo quando emerso dall’attività investigativa, erano avvenuti tra giugno 2015 e luglio 2016. Altre fattispecie di reato – come la truffa aggravata – erano invece emersi a Napoli nell’arco del 2016.

Nell’inchiesta Vello d’oro il "giro", secondo le indagini, era quello dei fittizi ordinativi di merce e del denaro contante che sarebbe stato "comprato" con bonifici a saldo di fatture per operazioni inesistenti, emesse da due ditte di Santa Croce che risultano esistere solo sulla carta. Le fatture facevano riferimento a ordini fittizi di pelli e di sego (grasso per la lavorazione delle pelli). Il contante che finiva nelle tasche dei titolari delle concerie sarebbe stato pari all’importo delle false fatture decurtato del costo del servizio reso da due imprenditori napoletani, che sarebbero stati il tassello strategico del sistema. Gli inquirenti documentarono con intercettazioni e osservazioni le consegne dei corrieri e il flusso dei bonifici.