
EMPOLI
Rasoi, guanti in lattice e molto altro. Tutto abbandonato in un campo di proprietà di un privato, estraneo alla vicenda, come se nulla fosse. Una discarica abusiva che è costata la denuncia a una giovane tatuatrice empolese che ha chiuso il suo studio senza tuttavia cessare l’attività, a quanto ricostruito dai militari della stazione forestale di Empoli. Il tutto è emerso in seguito a segnalazioni arrivate ai militari, in merito a una discarica apparsa in via Corticella, nella frazione di Pontorme. I militari della stazione carabinieri forestale sono intervenuti e hanno eseguito un attento sopralluogo, rinvenendo, in una quindicina di sacchi neri, rifiuti urbani e speciali riconducibili appunto a un’attività di tatuatore.
Dai sacchi, sono saltati fuori numerosi ‘grip’, ovvero impugnature, e ‘trips’, ovvero tubi che contengono l’ago, usa e getta per tatuaggi. C’erano anche parecchi guanti in lattice, disegni per tatuaggi, fogli di carta ectografica utilizzata per trasferimento dei tatuaggi, rasoi, contenitori di siringhe. I rifiuti provenienti da attività di tatuatori quali aghi, siringhe, lame, vetri, lancette, pungi dito, testine di rasoi e bisturi monouso devono essere smaltiti come pericolosi, gli altri come rifiuti speciali non pericolosi. E’ stata poi trovata anche una nota di corrispondenza che riconduceva a una donna, risultata da indagini successive titolare di uno studio di tatuaggi a Empoli. Identikit confermato anche, secondo i militari, dai disegni di tatuaggi a firma della giovane recuperati fra quegli scarti. Un dettaglio di fronte al quale, tuttavia, la tatuatrice ha tentato di negare l’evidenza. La giovane non è risultata avere più un’attività ufficiale, quindi non avrebbe potuto smaltire i rifiuti speciali pericolosi in modo lecito né ha poi mostrato ai militari alcun documento di smaltimento di rifiuti speciali per il periodo di iscrizione dell’attività alla Camera di Commercio. Così è stata segnalata all’autorità giudiziaria per il reato, previsto dal Testo unico ambientale, di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi e per non aver smaltito i rifiuti speciali pericolosi almeno una volta all’anno, come previsto dalla normativa.
Samanta Panelli