di Alessandro Pistolesi
Il cuore in fiamme per un lavoro che vuol dire passione, competenza, sacrifici e capacità. Le stesse fiamme che ora, purtroppo, si stanno spegnendo, soffocate dai prezzi fuori controllo del gas. Alcuni forni si sono già fermati, come quello della vetreria Lux di Montelupo Fiorentino. "Abbiamo bloccato la produzione la vigilia di Natale – racconta Alessandro Alderighi, tra le poche vetrerie artigianali ancora presenti nel territorio –. Fino al 30 settembre pagavamo il metano 23 centesimi, a dicembre è arrivato a costare un euro e 30. Davanti a un incremento del 500% ci siamo dovuti fermare". In più l’energia elettrica: "Siamo passati da 11 centesimi fino a giugno ai 34 centesimi di dicembre, il 350 per cento in più".
Numeri che tolgono il sonno e portano a prendere decisioni drastiche. "Stiamo riflettendo su come andare avanti – continua Alderighi –. C’è la volontà di continuare, così come l’impegno e la costanza. Ma mancano le prospettive. Ogni giorno monitoriamo il prezzo del metano, ora è a circa un euro. L’ideale per riprendere la produzione è che scenda sotto i 40 centesimi, cosa che forse avverrà fra due anni". Difficile anche sperare nell’aiuto delle istituzioni. "Abbiamo incontrato l’assessore regionale Marras – spiega il titolare della vetreria Lux, –,farà il possibile, ma sappiamo bene che trovare i soldi oggi è molto complicato. Il vetro è la nostra vita, un materiale riciclabile in eterno, che si adatta al mondo che cambia. Speriamo possa valere lo stesso anche per noi che lo produciamo".
Trent’anni fa si contavano cinquemila vetrai nel distretto, ora ne restano poco più di un centinaio in tutto l’indotto. Gemme nascoste, piccole-grandi eccellenze che lavorano il vetro con mestiere e dedizione. Come Riccardo Corsi, mastro vetraio che da quarant’anni si alza tutti i giorni alle 5 del mattino. La sua Mylight, a Montelupo Fiorentino, è forse l’unica rimasta in Toscana a realizzare vetri soffiati artistici, proprio come vengono prodotti a Murano. "A loro perlomeno la Regione Veneto ha dato qualche sovvenzione", commenta amaro.
"Per ammortizzare gli esborsi tra materie prime e rincari ci vorranno almeno 3 o 4 anni – continua il mastro vetraio –. Ma sa che le dico? Il problema grosso è un altro: manca la manodopera, nessuno vuole più imparare a fare questo mestiere, i giovani non sanno nemmeno che esistiamo, eppure non siamo dei dinosauri. È vero, è un lavoro faticoso, con il vincolo di doversi alzare presto la mattina. Ma il nostro è soprattutto un lavoro artistico che regala tante soddisfazioni". E Riccardo se n’è tolte tante, anche in tempi recenti: "Dalle lampade realizzate per le fiction Don Matteo e Gomorra fino agli arredamenti per le grandi navi da crociera. Perfino i lampadari per la villa sul Mar Nero di Putin". Sì, proprio lui. "Le ultime fatture che ci sono arrivate presentano degli aumenti spaventosi. Eppure nel mercato c’è spazio per chi lavora bene. E dietro al nostro lavoro c’è una cultura, ci sono conoscenze che vanno tutelate e non fatte morire a prescindere".
La fase è critica anche per il folto comparto di aziende che si occupano del recupero e della lavorazione del vetro. "Noi ci dedichiamo alla fase successiva alla molatura, ovvero lucidiamo vetri e cristalli tramite acidi. Una lavorazione che ha risentito molto dei rincari – spiega Lara Cioni di Cival di Empoli –. Il prezzo del gas metano è schizzato alle stelle, da 800 euro al mese si è passati a 1900. Per non parlare delle materie prime importate dall’estero, che adesso costano tre volte di più". E intanto il comparto si sta sfilacciando: "A Empoli siamo sempre di meno – osserva Cioni –, se vogliamo uscire da questo incubo dobbiamo fare squadra. Ma anche le istituzioni ci devono aiutare, le piccole aziende artigiane vanno aiutate. Altrimenti rischiamo di non sopravvivere".