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Da sinistra: Vezzosi,. Felici, Barsanti, Vanni e De Marchi
Se arriverà la conferma per quello che all’inizio era un sospetto e poi è diventata una speranza, allora le persone che ieri mattina erano al teatro di Vinci potranno dire di essere state testimoni di un evento, a suo modo, storico: la rivelazione della presenza a Vinci di un disegno autografo di Leonardo. D’obbligo sottolineare il ’se’ iniziale. I giochi, al momento, sono aperti e gli studiosi più blasonati fra quanti si occupano del Genio vinciano sono al lavoro per accertare di chi sia la mano che ha tracciato a carboncino il disegno individuato sul camino trecentesco in una stanza di proprietà del Comune e che raffigura un animale fantastico, incrocio di più specie, con testa di unicorno e ali di drago. Per ora “Il drago di Vinci“, che, però, ha serie possibilità di diventare il “Drago di Leonardo“.
Visibilmente emozionato, il sindaco Daniele Vanni ieri mattina è salito sul palco del teatro cittadino e dopo aver ricordato che il 2025 per Vinci è l’anno del volo è passato subito al dunque: "Si tende a pensare che Leonardo sia nato e cresciuto a Vinci e, poco più che adolescente, se ne sia andato senza più tornarci, ma non è così. Ci sono documenti che testimoniano che il rapporto fra Vinci e Leonardo è andato avanti nel tempo". E via con l’elenco delle testimonianze storiche che documentano la presenza di Leonardo nella sua città d’origine.
Ma il legame col drago dipinto a carboncino? L’attenzione sul disegno e la nascita del comitato scientifico che dovrà curarne la restituzione al pubblico come opera d’arte (leonardiana o meno) si deve alla direttrice del Museo Leonardiano, Roberta Barsanti, che per prima si è accorta della sua presenza dopo che, in seguito al nubifragio del novembre 2023, infiltrazioni di acqua sulla struttura del camino hanno provocato ’l’affioramento’ di parti del disegno mai viste prima. Il tratto e l’argomento non potevano sfuggire a un occhio esperto e Barsanti ha deciso di approfondire, coinvolgendo alcuni colleghi. Il risultato di questi consulti è arrivato con la rivelazione di ieri mattina. "Il disegno – ha detto Barsanti – rimanda ai disegni di Leonardo dedicati ad animali mitologici. E’su un camino trecentesco, un bene di proprietà comunale, e ci sono elementi fortemente indiziari che vanno approfonditi".
Alberto Felici, funzionario restauratore della Soprintendenza, ha spiegato che: "Il restauro sarà in due parti: la messa in sicurezza strutturale e quella dell’opera. Il disegno ha bisogno di un intervento conservativo, perché nel tempo ne sono stati compromessi leggibilità e stabilità. L’immagine che vediamo è stata realizzata usando il termo scanner ed è un bianco e nero inverso. Lo studio conoscitivo vedrà al lavoro tecnici e specialisti dell’Università di Firenze che ha iniziato le indagini insieme all’Università di Bologna e il Cnr con l’istituto che si occupa dei beni culturali".
Ma quali sono gli elementi che fanno pensare a Leonardo? "Pur nelle difficoltà di lettura – ha detto il professor Andrea De Marchi dell’Università di Firenze – c’è un valore aggiunto nella storia che il disegno racconta. E’un drago marino che qui è studiato in carboncino con un segno che si intravede molto complesso e che fa ben sperare possa essere autentico. L’interesse di Leonardo per queste creature mitiche è mutuato dalla stessa passione che aveva il suo maestro, il Verrocchio, e l’essere il drago polisemico (cioè composto da più animali ndr.)lo proietta in una dimensione leonardesca".
A indicare altri elementi probanti è stato il leonardista e scrittore Alessandro Vezzosi. "Il luogo e il contesto sono essenziali per una positiva configurazione di autografia di Leonardo: casa Bracci, dove è il camino col disegno, era vicina ad abitazioni dei Da Vinci. E poi c’è la committenza. Chi poteva commissionare a Leonardo un’opera se non i Bracci stessi, visto che avevano rapporti di vicinanza con i Da Vinci? E ancora, cosa disegnava Leonardo negli anni Settanta del Quattrocento in cui sappiamo che si è recato a Vinci? Disegnava unicorni. Il corno, le ali, le scaglie, la coda serpentiforme del drago ci portano a dire ma chi, se non Leonardo, poteva eseguire quel disegno, con quel tratto e quella complessità, nella seconda metà del Quattrocento a Vinci?" Una risposta certa a questa domanda al momento non c’è. Ma tutto lascia presupporre che sia solo una questione di tempo.