FRANCESCA CAVINI
Cronaca

Sala gremita, applausi e... non solo. Candidati a confronto, che scintille

Dal voto su Empoli oggi alle sfide per crescere: cinque visioni differenti per valorizzare il territorio. Un dibattito serrato tra chi punta sul pragmatismo, chi immagina una città più sana e chi chiede più servizi. .

Sala gremita, applausi e... non solo. Candidati a confronto, che scintille

Sala gremita, applausi e... non solo. Candidati a confronto, che scintille

Nell’auditorium della Vela Hack ad Avane gremito di persone (molte quelle rimaste in piedi) è andato in scena ieri, organizzato da La Nazione, il primo confronto pubblico dei cinque candidati sindaco di Empoli alle prossime elezioni amministrative. Un confronto serrato, costellato da alcuni momenti in cui sono esplosi applausi e grida da tifoserie da stadio, ma nel complesso corretto e sereno.

L’atmosfera si scalda subito quando arrivano le risposte alla prima domanda: che voto merita la Empoli di oggi? Per Simone Campinoti, la città ha un forte potenziale "ha tanti punti che potrebbero farla diventare migliore, ma la sicurezza e le aree verdi in abbandono sono un problema che attualmente impedisce di arrivare alla sufficienza: voto, 5". Opinione che Maria Grazia Maestrelli condivide in negativo: la Empoli di oggi "non è classificabile a causa del degrado che attanaglia il centro storico". Alessio Mantellassi, invece, promuove la città con netto 9 mentre Leonardo Masi le assegna un dignitoso 7,5. Andrea Poggianti opta per un voto ’disgiunto’: "10 alla città, perché è la sua città, e 2 all’amministrazione". E se c’è un po’ di contraddizione in questo giudizio, nessuno sembra farci caso.

"Come sarà la Empoli del 2029 se sarò eletto sindaco? "Meravigliosa – risponde lo stesso Poggianti alla successiva domanda –. La sicurezza è al primo punto del mio programma e i problemi della sicurezza saranno risolti, così come quelli del traffico e del trasporto pubblico". Con Leonardo Masi sindaco, potremo avere una "città sana, costruita con politiche per la città, che sarà rispettosa dell’ambiente, che non consumerà suolo se non serve, che accoglierà il lavoro buono e non quello cattivo, mal controllato e mal pagato". Alessio Mantellassi se diventerà sindaco costruirà "la città di tutti, del centro e delle frazioni, dove porteremo i servizi che mancano. Vogliamo la città di tutti per continuare a essere la città del lavoro e dell’ambiente".

Nella visione di Maria Grazia Maestrelli, c’è un desiderio chiaro: "Vorrei che Empoli diventasse una città solidale dove il primo e l’ultimo hanno le stesse possibilità. Oggi a Empoli per fare qualsiasi cosa devi prendere una tessera – dice –. L’unico servizio che non chiede la tessera è la Misericordia". Qualcuno dalla platea contesta vivacemente l’affermazione, ma Maestrelli non si scompone e conclude ribadendo che "la sua Empoli porrà massima attenzione al decoro del centro cittadino e a dotarlo di spazi verdi superiori agli attuali". Anche Simone Campinoti ha una priorità per la sua Empoli da sindaco: il pragmatismo. "Non faccio promesse fantasiose, ho qualche soluzione, tutte no. Non vengo dalla politica ma dal mondo dell’impresa e so che il pragmatismo è il modo giusto per affrontare i problemi. Un esempio? Poco consumo di suolo se non è necessario. Fa bene all’ambiente e si risparmiano spese inutili".

E proprio sul consumo del suolo si scatena la polemica. Poggianti propone il recupero di quanto esistente (Montepagani, ex Vitrum etc) rendendolo più appetibile per investire costruendo in altezza e Masi che ribadisce l’assoluta contrarietà a nuovo consumo di suolo in una città dove la popolazione diminuisce e che rischia di diventare la periferia di Firenze. Per Mantellassi la città deve continuare a crescere per attrarre imprese e investimenti. "Sui 62 km quadrati di cui si compone Empoli, 40 sono a verde e terre agricole". Per Maestrelli va incentivata la ristrutturazione delle case in centro e nelle frazioni, mentre per Campinoti il problema del suolo va risolto in modo responsabile e condiviso con i cittadini: "Se ci si vede per decidere il nome di un teatro, lo si può fare anche per chiedere dove mettere o meno un’impresa che fa elettronica". Peccato che la sindaca Brenda Barnini presente in platea non avesse il diritto di replica.