REDAZIONE EMPOLI

"Salvare la Pesa: Mappa dei Mini-Invasi a Montelupo Fiorentino"

Vertice tra Contratto di Fiume Pesa e Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale per definire localizzazione micro-invasi collinari per contrastare siccità e secche periodiche del fiume. Regione lavora a nuovi invasi e procedure più snelle per uso agricolo e potabile.

Entro settembre, è in agenda un vertice tra Contratto di Fiume Pesa e Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Dicea) dell’Università di Firenze per definire la localizzazione dei micro-invasi collinari di cui si è parlato nel recente passato e di cui si conosce il piano di massima (uno di questi dovrebbe sorgere in una valletta laterale vicino Montelupo, altri due in media e alta valle). Lo rivela l’assessore e coordinatore del ‘Contratto’, Lorenzo Nesi, all’indomani dell’ennesima azione di salvataggio dei pesci rimasti intrappolati nelle poche surriscaldate pozze della bassa Pesa.

"Il solito dramma, di ogni estate", ha commentato l’assessore Nesi. La Pesa, dopo il non lusinghiero exploit dello scorso anno, è tornata a essere tra le icone dei problemi causati dal cambiamento climatico. Nell’estate 2022, in maniera quasi miracolosa, la Pesa viaggiava con un metro e mezzo d’acqua a Turbone… il flusso vitale però s’era spento ben in anticipo. I nubifragi in Chianti fra 8 e 15 agosto 2022 rimisero incredibilmente le cose a posto. Quest’anno il flusso vitale si è spento un po’ più tardi del solito e adesso si è tornati nelle ocndizioni delle estati anni ’90 e 2000. C’è molta attesa per la perturbazione annunciata per questi giorni. L’incontro a cui sta lavorando Nesi avviene con la prosptettiva che gli invasi possano rappresentare una buona soluzione alla siccità e alle secche periodiche del fiume.

Sia quelli più grandi sia quelli appunto più piccoli sui colli del Chianti. Nesi a suo tempo ha puntualizzato che sì, i laghetti sono utili, ma che serve anche una sorta di moratoria sui prelievi, sul conto dei quali ultimamente ci sono stati diversi controlli in ambedue i bacini di Pesa e Greve. La Regione in ogni caso da tempo ha assicurato che in prospettiva si lavora a nuovi invasi: a parte quelli più grandi - uno previsto a Radicofani - si tende pure a procedure più snelle "per realizzare invasi privati o laghetti per trattenere le acque piovane o regimare i corsi d’acqua, per favorirne un uso agricolo, ma anche potabile".

Andrea Ciappi