REDAZIONE EMPOLI

Investito e ucciso da un'auto a 12 anni, gli ultimi minuti di Samuele in un sms

La comunità sconvolta per la morte del giovanissimo che tutti conoscevano. Appassionato di calcio, per lui tanti biglietti e messaggi di cordoglio

Samuele con la mamma e il fratellino

Ponte a Elsa, 25 settembre 2015 - «Stava venendo da noi, come ogni sera, al parco. Ci eravamo messi d’accordo poco prima, via messaggio. Invece non è mai arrivato». Mercoledì sera Samuele ha dato buca agli amici di un’estate agli sgoccioli. Il destino, contro il quale nessuno può, aveva fissato per lui un altro appuntamento. Senza ritorno. Di quelli fatali. Inaccettabili come ascoltare un padre costretto a scegliere il loculo per il figlio, mentre una madre con lo sguardo perso è alla ricerca di chi non tornerà.

«Samu non c’è più». Lo sussurrano Antonella Tassio e Franco Vitale, genitori straziati e allo stesso tempo forti per il figlio minore. Lo sussurrano ad amici e parenti, un corteo straziante e continuo alle cappelle del commiato del San Giuseppe dove la salma del 12enne, falciato a morte mercoledì sera mentre attraversava la strada a Ponte a Elsa, in via Livornese, a pochi metri da casa, è esposta. Nella piccola bara bianca le maglie delle sue squadre, il Napoli autentica passione, il Santa Maria il suo team.

Ai piedi il compagno di tanti pomeriggi: un pallone da calcio. Tutto intorno sgomento, abbracci, occhi lucidi e lacrime che non ne vogliono sapere di stare su. Questa morte improvvisa ha spiazzato tutti. «Noi lo aspettavamo come sempre, invece sono arrivate le ambulanze», commentano impietrite due ragazzine del gruppetto del parco. «Quando abbiamo visto che tardava, lo abbiamo chiamato al telefono. Non rispondeva», ricorda una di loro con al collo una collanina con il nome dell’amico scomparso.

«Poi ci è arrivato un messaggio da altri ragazzi che ci avvertivano dell’incidente. Siamo corse a casa sua. Abbiamo sentito che gli si era fermato il cuore», la voce si spezza, bisogna riprender fiato per ricordare «Ghish, questo era il suo nomignolo, pescato da un cartone animato: era simpatico, intelligente, più maturo della sua età». Tutto bello tranne ‘era’, sinonimo di un passato che non tornerà. «Adesso aspettiamo che gli altri escano da scuola, poi andremo a salutare la famiglia di Samuele. Per noi oggi (ieri ndr) niente scuola, non ce la facevamo». Dura stare fermi al banco dopo aver fatto i conti con una notizia così drammatica, lo sanno anche i ragazzi delle medie ‘Busoni’ dove Samuele frequentava la 2ªI.

«Genitori e studenti sono sotto choc, come tutti noi. L’ingresso dei ragazzi è stato accompagnato da un silenzio insolito», ammette Marco Giglioli, il vicepreside. La mattina è stata surreale, tra attività di sostegno psicologico e momenti di comprensibile sfogo. «Samu o Vita come lo chiamavo io era un bel tipo: ci teneva a far bene e faceva tesoro delle osservazioni degli insegnanti. E poi era uno su cui potevi contare», racconta una compagna. «E’ difficile pensare che non c’è più. Sapere di non rivedere la sua camminata un po’ buffa e il suo grande sorriso fa male». Pensieri che scorrono come quelli affidati a testi e disegni realizzati «in una mattina strana», continua la ragazzina. Gli amici della 2ªL hanno fatto un cartellone di disegni affisso al cancello della scuola. «Anche noi stiamo pensando a qualcosa per ricordarlo». Anche solo per far sembrare meno vuoto quel banco, dove fino a qualche giorno fa sedeva Samu.

Samanta Panelli