Scandalo Keu in aula. Ora è rebus parti civili. Le difese all’attacco

I residenti guardano ai pozzi: "Da Arpat nessun aggiornamento"

Scandalo Keu in aula. Ora è rebus parti civili. Le difese all’attacco

Dario Mandriani davanti a uno dei pozzi sotto la lente (Gasperini/FotoGermogli)

Si torna in aula il 18 ottobre, per l’udienza preliminare del ’Processo Keu’. Ieri mattina al tribunale di Firenze, i difensori degli imputati hanno ribattuto alle richieste di costituzione di parte civile di numerosi enti e Comuni, circa una quarantina. Ma tra questi, a sorpresa, non si è presentato il Ministero dell’ambiente. Il gup, Gianluca Mancuso, dovrebbe sciogliere la riserva proprio nella prossima udienza di ottobre. Ventiquattro persone, sei società: tra questi, gli imprenditori calabresi Francesco e Manuel Lerose, la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, il consigliere regionale Andrea Pieroni (Pd), il funzionario regionale dell’ambiente Edo Bernini, l’ex capo di gabinetto della Presidenza della Regione Ledo Gori. Un altro filone “aretino“ riguarda lo smaltimento dei rifiuti delle aziende orafe.

Intanto i residenti dei terreni interessati dall’inchiesta dell’Empolese restano in allerta cogliendo l’occasione del secondo passaggio in aula per ricordare alle istituzioni gli impegni presi per la salvaguardia dell’ambiente e, quindi, anche della loro salute.

Tra i referenti più attivi Dario Mandriani che invita a non abbassare la guardia. "Sono mesi che non riceviamo aggiornamenti sulle analisi svolte nei pozzi privati – spiega facendosi portavoce della comunità –. L’Arpat ha disseminato piezometri lungo i terreni e posizionato due grosse cisterne blu per raccogliere l’acqua piovana. Ma anche su queste analisi non veniamo informati. Continuiamo a convivere da oltre tre anni con dubbi e timori, ormai non ce la facciamo più. Aspettiamo notizie sulla bonifica e attendiamo gli sviluppi del processo che comunque non potrà mettere in sicurezza la zona, al massimo potrà restituire un po’ di giustizia a chi ha subìto questo torto. E adesso pare che ci siano altri 60 siti in Toscana interessati dal Keu, le notizie non sono per niente confortanti".