È in prognosi riservata nella Rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Dio Torregalli, l’operaio rimasto gravemente ferito al torace e a un braccio venerdì durante il turno in un’azienda di Stabbia che si occupa di edilizia industriale. Il 33enne, pakistano, era stato operato d’urgenza poche ore dopo lo spaventoso infortunio al San Giuseppe di Empoli dove i medici hanno cercato di intervenire a livello ortopedico per salvaguardare l’arto. Poi il trasferimento al nosocomio fiorentino e la seconda operazione per curare la lesione vascolare: l’intervento è andato tecnicamente bene, ma il giovane – in condizioni stabili – dovrà essere monitorato. Intanto si indaga per ricostruire la dinamica del fatto. L’incidente ha destato particolare clamore nell’intera provincia anche perché arriva dopo la tragica morte giovedì di un altro giovane lavoratore a Pontassieve. Ieri la doppia protesta dei sindacati.
Un minuto di silenzio e di raccoglimento davanti all’azienda di via Bellini, alle Sieci, dove si è consumata appunto l’ennesima tragedia sul lavoro. Associazioni, cittadini, lavoratori e sigle sindacali si sono dati appuntamento per ricordare l’operaio di 36 anni rimasto schiacciato da un mezzo meccanico. "È stata l’occasione per parlare di sicurezza e salute sul lavoro – ha commentato Giancarla Casini, segreteria Camera del Lavoro-Cgil Metropolitana di Firenze – e per ribadire quanto sia inaccettabile tutto ciò che sta succedendo sui luoghi di lavoro. Infortuni gravi compresi, come quello accaduto venerdì a Stabbia. Un incidente che si poteva evitare, come tutte le stragi sul lavoro. Servono formazione, dispositivi adeguati e il rispetto dei contratti e dei tempi di lavoro".
Quanto accaduto al 33enne rimasto schiacciato venerdì, del resto, è solo il più recente degli incidenti sul lavoro, non l’ultimo. "La media è di tre morti sul lavoro al giorno. Il dato nazionale è preoccupante – ha confermato il segretario Cgil Toscana Rossano Rossi –. Ma quando certi eventi accadono vicino a te, invitano ancora di più alla riflessione. Il mondo va avanti e fa progressi, le tecnologie fanno passi da gigante ma si continua a morire di lavoro. Chiediamo più formazione; lavoratori formati reagiscono meglio agli imprevisti. Più controlli. E che vengano aboliti gli appalti a cascata. Oggi il lavoro per colpa dei governi che si sono susseguiti è così frammentato, reso precario e povero da esser diventato ‘lavoro pur che sia’. Lo accetti ad ogni costo, senza le dovute condizioni di sicurezza. Ciò che accade nell’Empolese non è diverso dal resto del Paese. I settori più sensibili sono l’edilizia e l’agricoltura. Per questo sciopereremo a livello nazionale l’11 di aprile: quattro ore in tutti i settori, con eccezione per la categoria dell’edilizia che incrocerà le braccia per otto ore. La nostra battaglia finirà quando raggiungeremo l’obiettivo di zero morti sul lavoro".