REDAZIONE EMPOLI

Scontri a Pisa, la rabbia dei docenti: "Attacco alla libertà di espressione". Domani studenti di nuovo in piazza

Una cinquantina di professori del Fermi-Da Vinci hanno firmato una lettera aperta: "Solidarietà verso i ragazzi"

Scontri a Pisa, la rabbia dei docenti: "Attacco alla libertà di espressione". Domani studenti di nuovo in piazza

Le manganellate di Pisa e Firzene sui giovani che stavano manifestando restano al centro di polemiche a trecentosessanta gradi. E, soprattutto, dell’indignazione del mondo della scuola e dei giovani. Sui fatti c’è anche una dura presa di posizione di un gruppo di docenti dell’Istituto Fermi-Da Vinci di Empoli che condanna quanto successo a Pisa. "La libertà di manifestare è fondamentale non solo come mezzo di espressione collettiva e pubblica dell’opinione, ma anche per la difesa di tutti i diritti umani – si legge nel documento diffuso da circa cinquanta firmatari, a quali nelle ultime ore se ne sono aggiunti altri –. Il diritto di riunione pacifica è uno strumento di espressione per i gruppi sociali ed è riconosciuto come un mezzo che permette alle minoranze di impegnarsi. L’intervento della forza pubblica, in questo quadro, ha lo scopo di garantire l’esercizio pacifico di quello che è un diritto, non certo di reprimerne l’espressione".

"È pur vero che le azioni di ordine pubblico possono essere molto energiche, se rivolte a dimostranti violenti, armati di bastoni, sassi o quanto altro sia atto ad offendere – prosegue la nota –. Ma venerdì scorso abbiamo visto giovani e giovanissimi portatori di null’altro che le loro idee, abbiamo visto la loro incredulità e le loro mani alzate prima della carica della polizia. Il monopolio dell’uso della forza riconosciuto allo Stato è uno dei fondamenti del contratto sociale, a condizione tuttavia di non oltrepassare il limite fra lo stato di diritto e lo stato di polizia. Limite che è costituito dalla proporzionalità della risposta rispetto all’effettivo pericolo per la sicurezza pubblica". "Questo attacco alla libertà di espressione di giovani studenti di scuole superiori – è l’amarezza dei docenti – si scontra con ciò che insegniamo nelle nostre aule, dalle quali è bandita ogni risposta violenta e costituisce un attacco alla democrazia e alla crescita di futuri uomini e donne che con fiducia guardano alle istituzioni. Facciamo nostre le parole del Presidente della Repubblica laddove afferma che “con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”".

Da qui il "profondo rammarico e solidarietà nei confronti di tutti questi studenti che sono scesi in piazza con coraggio, convinti che la libertà di espressione possa cambiare il mondo in meglio". Domani gli studenti torneranno di nuovo a manifestare: alle 13.30 in piazza XXIV Luglio.