
Sleep Pod, l’aiuto dalla tecnologia. Il sacco che resiste fino a -6 gradi
La novità si chiama Sleep Pod, strutture richiudibili poco più grandi di un sacco a pelo, in grado di resistere anche quando la temperatura scende fino a -6 gradi. Un salto di qualità per il progetto “Coperte per senza dimora“ lanciato da Sheep Italia, associazione con sede a Montelupo Fiorentino, impegnata nell’aiuto a persone in difficoltà attraverso la distribuzione di coperte fatte a mano. Ne sono stati acquistati 70 – con un investimento di quasi 4mila euro – da un’associazione inglese che li ha portati fino a Montelupo con un furgone sgangherato. È di gran lunga l’investimento più alto mai realizzato in Italia in Sleep Pod. Tante le associazioni che ne fanno richiesta.
"L’obiettivo per il 2024 – anticipa la coordinatrice dei progetti per Sheep Italia, Sara Aurigi – sarà la produzione in casa, per abbattere i costi di spedizione. Gli Sleep Pod salveranno delle vite". Tra bilanci e nuove sfide, coraggio e ambizione non mancano. "Un anno di progetti – dicono dalla onlus presieduta dal giornalista Saverio Tommasi, per la quale il Comune di Montelupo ha messo gratuitamente a disposizione un fondo – ci è costato 70mila euro. Il prossimo anno saranno 20mila in più. L’anno scorso abbiamo distribuito circa 1.400 coperte ma nel 2023 batteremo il record. I numeri stanno crescendo, così come la richiesta che ci arriva dalle associazioni con le quali collaboriamo". Sul territorio, la Croce Rossa Italiana. Le distribuzioni, dunque, sono in aumento e Sheep si fa trovare pronta. Con la giusta dose di umanità. Ad accompagnare le coperte, una cartolina. Un messaggio tradotto in cinque lingue per spiegare ai clochard o a chi riceverà il caldo abbraccio di lana, che non sta ricevendo uno scarto. Ma che quel pezzo è stato assemblato artigianalmente e appositamente da volontari, con le mani e con il cuore. "Un modo per ribaltare il paradigma che vede i soggetti più vulnerabili della società come ricettori di avanzi".
Le coperte sono consegnate con una shopper di tela, uno strumento in più per favorirne la conservazione. "Di lavoro ce n’è tanto – interviene ancora Aurigi –. Da settembre a metà novembre in sede viene raccolto il materiale che sarà distribuito ai senza dimora. I pacchi che smistiamo contengono coperte finite fatte con i ferri e quadratini. Abbiamo oltre 60 assemblatori sul territorio; non tutti hanno la possibilità di mandarci coperte intere, chi non ha tempo o possibilità ci invia i quadratini singoli, giusto per dire ‘io ci sono’". I pezzettini colorati arrivano da tutta Italia ma anche da Svizzera, Inghilterra, Germania. Materiale che volerà di nuovo verso strade, città, territori con bisogni speciali; dagli ospedali, ai centri diurni, passando per le case famiglia.
Y.C.