
Tre anni fa aveva vinto la sua battaglia legale riuscendo ad ottenere l’assegno di accompagnamento. Ma senza aver ricevuto alcun avviso dall’Inps si è vista trasformare il sussidio in pensione civile, che ai fini della legge deve essere dichiarata nella denuncia dei redditi. Per questa ‘mancanza’, adesso l’Inps le sta chiedendo indietro 7.000 euro. Non ha pace la vita della signora Brigida Drago Di Stefano, 48 anni, residente a Empoli, affetta dalla nascita da paraparesi spastica. Per muoversi nella quotidianità le servono le stampelle. Lavora come operaia in una ditta empolese, che a causa della pandemia ha attivato per diversi mesi la cassa integrazione.
"Mi sono accorta che c’era qualcosa che non andava sul mio assegno di accompagnamento quando ho cominciato a ricevere un importo decisamente inferiore rispetto a quello che inizialmente percepivo – spiega la donna – premetto che per riuscire a farmi erogare il sussidio, con il riconoscimento del 100 per cento di invalidità, ho dovuto rivolgermi ad un avvocato. Alla visita di controllo la commissione medica me l’aveva ridotta di 30 punti percentuali e in modo del tutto irragionevole, dal momento che la mia salute non era affatto migliorata. Alla fine ho avuto ragione, ma quando pensavo di poter stare tranquilla è arrivata questa brutta sorpresa. Non solo - prosegue la donna - mi è stata ridotta la cifra mensile, che è passata da 520 a 280, ma l’Inps mi chiede anche 7000 euro a causa della mancata dichiarazione degli assegni ricevuti".
La signora è titolare anche di un pensione di inabilità: 370 euro al mese, che potrebbero rimanere l’unico sussidio economico. "E’ molto probabile che la pensione civile mi venga tolta perché con la fine della cassa integrazione potrò tornare a lavorare sette ore al giorno e il mio reddito annuo andrà a superare la soglia minima prevista per percepire il contributo. Resta il fatto – sottolinea – che la mia invalidità non è migliorata, anzi. Ho sempre bisogno di chi mi aiuta a fare la spesa e le pulizia di casa. Ho lottato tanto per aver ciò che mi spettava e adesso, non solo me lo vedo togliere, ma vi vengono chiesti anche molti soldi per una cosa della quale nessuno mi aveva informata". La signora Drago Di Stefano, nonostante tutto, promette di nuovo battaglia. "Vivo da sola e a causa della mia invalidità ho molte spese, oltre a un affitto da 470 euro, un finanziamento da 320 euro e un altro da una novantina di euro. Per fortuna ho un lavoro, finché dura…". Irene Puccioni