di Francesco Storai
"Siamo sprovvisti di alternative", è la laconica sintesi dell’assessore regionale Stefano Baccelli, a seguito dell’annunciata soppressione della corsa bus notturna tra Empoli e Siena. L’autobus, con partenza dal terminal della stazione di Empoli alle 23.55, verrà soppresso – come già annunciato da La Nazione – dalla prossima settimana, segnatamente dal 4 novembre, a seguito delle numerose aggressioni e violenze patite a bordo tanto dai passeggeri quanto dagli stessi autisti dei mezzi. Almeno una quindicina gli episodi più eclatanti registrati. Un bus che pare essere, a quell’ora della notte, "terra di nessuno" e dove evidentemente è impossibile far viaggiare i passeggeri in una condizione di sicurezza.
Una sconfitta per tutti, insomma: da una parte i passeggeri che non potranno prendere un bus che permetteva loro di rientrare a casa in un orario in cui non ci sono treni sulla tratta. A perdere, però, sono anche le istituzioni che, prudenzialmente, hanno preferito togliere il bus dalla strada invece di agire su coloro che quella situazione di insicurezza la creano: delinquenti, esagitati, sbandati.
"Per circa una settimana – commenta l’assessore regionale ai trasporti, Stefano Baccelli, ripercorrendo i passaggi della vicenda – abbiamo avuto a bordo di quella corsa personale di forze dell’ordine, con ottimi risultati. Tuttavia questa presenza non è continuata, né è potuta continuare per motivi di forza maggiore: non c’è abbastanza personale per garantire una presenza fissa di polizia a bordo. Abbiamo cercato alternative, una diversa organizzazione degli strumenti di ordine pubblico ma non c’è stato modo di agire diversamente. Vista la preoccupazione del personale di Autolinee Toscane e la mancanza di alternative percorribili, abbiamo scelto di interrompere il servizio bus in quella fascia oraria, su quella tratta".
I sindacati, che hanno ‘battagliato’ per garantire la sicurezza dei lavoratori, da una parte plaudono la decisione ma dall’altro sono consapevoli che una decisione così significa ‘arrendersi’ alla delinquenza.
"Da una parte è bene che la politica prenda coscienza di quello che vivono i lavoratori quotidianamente – aveva commentato dopo il vertice Carlo Pane della Fit Cisl –, ma allo stesso tempo togliere un bus è una sconfitta: viene meno il diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione e, soprattutto, si fa un danno all’utenza". Chi, per qualsiasi ragione, doveva raggiungere la Valdelsa o Siena in tarda serata da Empoli dovrà farsene una ragione e trovare alternative: in questo angolo di Toscana la sicurezza non è pienamente garantita sui mezzi pubblici.