Empoli, 3 gennaio 2019 - «Terzo danneggiamento in due anni da quando lo abbiamo installato a Pagnana. Io ve lo dico. Se non cominciamo ad usare di più il cervello e il senso di responsabilità non c’è nessuna possibilità che il nostro mondo migliori. Nessuna». Chi parla, rivolgendosi ai suoi cittadini senza tanti filtri giusto per arrivare dritto dritto al punto, è il sindaco Brenda Barnini. A farle perdere le staffe è stato il ko di uno degli speed check di cui è dotato il territorio. In particolare, quello sistemato nella frazione di Pagnana: non è chiaro quando sia accaduto, ma di certo c’è che qualcuno lo ha abbattuto, letteralmente ‘steso’ sul ciglio della strada dove, in teoria, era stato installato per scoraggiare gli automobilisti avvezzi a pigiare troppo il piede sull’acceleratore. E’ in via della Motta, dove è stato posizionato nel novembre del 2016. Una vita non semplice quella della struttura dall’inconfondibile colore arancione, un deterrente pronto ad accogliere al bisogno il dispositivo autovelox, ma soltanto alla presenza di personale delle forze dell’ordine.
Già in passato, come sottolineato anche dal primo cittadino, era finito nel mirino dei vandali, imbrattato e buttato a terra. Un destino, a quanto pare, comune nell’ultimo periodo anche ai rilevatori di velocità che si trovano oltre i confini della città. Basti pensare ai pali segati a Vinci, dove a essere danneggiati sono stati i due dispositivi velox sistemati lungo la provinciale Pietramarina. Gli episodi, condannati con fermezza dal sindaco vinciano Giuseppe Torchia, sono avvenuti in appena una decina di giorni, sulla scia di un’ondata di contravvenzioni elevate dall’apparecchio collocato in località Dianella. Centinaia le multe consegnate dai postini nei giorni immediatamente prima di Natale per poi proseguire a un ritmo impressionante. Gli animi si sono a dir poco scaldati e prima il velox nei pressi dell’abitato di Sant’Ansano, in realtà ‘innocente’ sul fronte multe emesse, poi quello a Dianella, quello ‘incriminato’, sono stati messi ‘ko’.
S.P.