Montespertoli, 23 agosto 2018 - Dal Chianti non solo vino rosso ma anche spumante. Il presidente della Cantina Sociale di Val Virginio, Ritano Baragli, l’aveva annunciato in occasione dell’Anteprima di febbraio e ora lo conferma: si tratta di una ‘rivoluzione’ che potrebbe toccare il Sangiovese in Toscana. Il progetto presentato in qualità di capofila dalla Cantina Sociale di Val Virginio, che conta più di 600 soci, è infatti tra quelli finanziati dalla Regione, che ha pubblicato la graduatoria dei progetti integrati di filiera (Pif) per il 2017. Come aveva detto Baragli, l’iniziativa sarebbe rientrata appunto nel ‘Pif’, unico nell’area vitivinicola.
L’investimento previsto è di oltre 2,7 milioni di euro, di cui il 40% finanziato dalla Regione: 1 milione investito dalla Cantina e 1,7 milioni investiti dai 28 soci partecipanti diretti «progetto la cui realizzazione sarà positiva per tutto il settore» assicura Baragli, che dunque conferma anche il tenore dell’investimento preventivato mesi fa. «Attueremo – continua il presidente Baragli – una nuova linea di prodotti, frizzanti e spumanti, partendo dalle uve dei nostri soci e compiendo il percorso produttivo nel nostro impianto innovando con la tecnologia necessaria per portare valore aggiunto alle produzioni dei nostri conferenti». Il progetto mira a produrre vini spumanti bianchi o rosati da uve sangiovese «per andare incontro alle esigenze del mercato». Il piano finanziato prevede interventi concreti sul fronte dell’innovazione dei processi produttivi, rendendoli più sostenibili ed efficienti.
«Vogliamo creare un sistema all’avanguardia - continua Baragli - che attivi soprattutto un cambiamento culturale nelle imprese: valorizzare la tradizione e al contempo diventare sempre più competitivi, allargando il nostro mercato».
In cantiere anche un innovativo test di ossidabilità. «Il nuovo test, rapido ed economico - spiega il presidente - può servire a monitorare ogni massa di vino e dare indicazioni su quali delle sue componenti siano responsabili della sensibilità all’ossidazione. E’ un importante strumento decisionale a disposizione dell’enologo, ma anche un potente mezzo per lo studio degli effetti delle diverse pratiche viticole ed enologiche sull’ossidabilità di un vino. L’obiettivo è ottenere uno schema di produzione sostenibile di vino spumante da uve Sangiovese a bassa ossidabilità naturale. Il test può anche essere utilizzato per il vino rosso».
A.C.