FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Stadio, parte il primo infopoint. Residenti ignari o scettici: “Ma davvero si farà?”

Il primo dei tre giovedì per informare e stimolare la cittadinanza è andato. Le facilitatrici: “Qui per stimolare il dibattito, ma la gente non è più abituata”

Le opinioni dei cittadini sullo stadio (Foto Gasperini/Germogli)

Le opinioni dei cittadini sullo stadio (Foto Gasperini/Germogli)

Empoli, 6 settembre 2024 – “La Libertà è partecipazione”, intonava l’imperituro Giorgio Gaber. “Giusto partecipare, ogni cittadino deve dovrà pur dire la sua no?”, scandisce la signora Silvana detta “la fumina“. Eppure la empolese doc all’incontro di ieri sera ha preferito non andare. Per la città, quella di ieri non è stata una giornata qualunque, ma l’inizio formale del percorso partecipativo a sostegno della costruzione del nuovo stadio Castellani.

Un maxi sforzo che coinvolge più soggetti per la raccolta dal basso di feedback, opinioni, giudizi, esigenze, necessità, critiche, osservazioni, riflessioni con cui plasmare come un vaso d’argilla in fase d’assemblaggio la struttura portante della nuova casa degli Azzurri. Certo, a fare da convitato di pietra resta e resterà per tutta la durata dell’iter, il naufragio del progetto del 2017. Ma intanto nel day one del primo infopoint in quel di via Bisarnella, ha fatto da incipit all’incontro serale nell’area Hospitality dello stadio.

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Un battesimo del nuovo percorso partecipativo…bagnato. Il tettuccio del gazebino bianco tracimava acqua per l’abbondante pioggia dal sapore autunnale. Al riparo due “facilitatrici” dell’agenzia (ingaggiata dal Comune) Simurg Ricerche, con al centro uno standing desk ricolmo di brochure, penne Bic, foglietti illustrativi. E un form di domande standardizzate. Del tipo: “la situazione oggi“ (Dove abita? Perchè frequenta l’area di Serravalle? È tifoso? Frequenta lo stadio? Ad oggi cosa funziona e cosa non? Che cosa cambierebbe?), “la situazione domani” (Conosce il progetto presentato dall’Empoli? Di che info ha bisogno per farsi un’idea? È preoccupato? Ha speranze?) fino al percorso partecipativo in sé (Pensa di voler contribuire?).

“La missione del primo giorno era intanto capire se le persone fossero un minimo al corrente dell’iniziativa - spiega Elena Canna -, senza però entrare troppo nel merito, per quello c’è tempo, anche perché il meteo non ha aiutato. Ci basta per il momento destare curiosità e far rimanere impressa la grafica del progetto di restyling così da saperlo ben riconoscerlo”. In quanti si sono avvicinati al gazebo? “Meno di una decina - aggiunge -. Abbiamo notato che la gente pensa di non aver voce in capitolo, quando invece ce l’hanno eccome. Addirittura un signore ci ha fermato per chiedere se davvero verrà realizzato lo stadio nuovo, rimanendo poi stupito della complessità dell’iter amministrativo. Il nostro compito è far passare il messaggio che in questa fase ognuno può essere protagonista, è che molti cittadini non sono proprio abituati”. “Ci aspettano altri due appuntamenti al mercato - sottolinea Olivia Tersigni -, e soltanto il 24 ottobre restituiremo con un report le osservazioni raccolte, nel frattempo vediamo di stimolare il dibattito, consapevoli che in questa zona il tema più sentito è lo spostamento del mercato settimanale. Un classico, quando di mezzo ci sono le abitudini e il quotidiano delle persone”.

A proposito, che dicono i residenti? “Non temo più di tanto il nuovo stadio, o ricadute sulla viabilità - afferma Silvana Boldrini, “la fumina“ - quanto i disagi provocati dai cantieri”. “Io sì che temo problemi di traffico”, ribatte la signora Renata Gavagni, col marito Mario che rincara la dose: “Ma perché non vanno a farlo in fondo al Ponte Rotto? C’è così tanto spazio…”. “Ma ci sono le ville laggiù, i proprietari non ce lo vogliono lo stadio - ammette Silvana -. E poi scusate, forse qui ci sarebbe bisogno di un centro commerciale no?”. “Ma quale centro commerciale Silvana - chiosa Renata -, quelli ammazzano tutte le botteghine. E poi noi come facciamo?”. Cala il sipario. L’atto secondo, l’approfondimento di ieri sera, per continuare, nel segno di Gaber, a “partecipare liberamente”.