ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Zona stazione, commercio in fuga "Investire? Serve una piazza sicura"

Confesercenti: "Pronti a offrire servizi gratis a chi decide di aprire una attività. Ma ora non ci sono le condizioni"

L'esterno della stazione di Empoli

L'esterno della stazione di Empoli

Empoli, 23 febbraio 2023 – Un bivio si pone davanti a chi vuole aprire una nuova attività a Empoli. Andare sul sicuro e scegliere il giro d’Empoli, dove però ci sono lunghe liste d’attesa e trovare un fondo libero diventa un’impresa oppure scommettere sulle zone più problematiche, come piazza don Minzoni, dove le serrande dei negozi restano abbassate anche per anni senza trovare acquirenti. Alla fine praticamente tutti scelgono la prima opzione. Il risultato? Gli spazi commerciali restano vuoti e finiscono per ’favorire’ le situazioni di degrado che da tempo ormai imperversano a queste latitudini della città.

“Al momento la zona della stazione non è un terreno fertile per il commercio", sintetizza Gianluca D’Alessio di Confesercenti. "Eppure – riprende –, siamo convinti che il commercio di vicinato sia un presidio importante, le vetrine che attirano clienti sono elementi che aiutano a garantire sicurezza". Tutto questo in via ipotetica, poi però c’è la realtà quotidiana che in piazza don Minzoni si scontra con i continui episodi di degrado, spaccio e violenza. "La zona ha evidenti difficoltà – sottolinea D’Alessio –. Negli anni quell’area ha visto una massiccia settorializzazione delle attività che si sono inserite nel tessuto commerciale. Attività che per la maggior parte appartengono al settore food. E quando si radica questo fenomeno diventa poi complicato fare un’inversione di tendenza".

L’impegno delle istituzioni per invertire la rotta è costante, ma non esistono formule magiche. "Non si può pensare che la svolta possa arrivare solo con il commercio – insiste Confesercenti – C’è bisogno prima di tutto di sicurezza e mi pare che con il rafforzamento dei controlli si stia andando nella direzione giusta per risolvere il problema nella maniera più veloce possibile". Una svolta che passa anche dal trasformare le abitudini delle persone. "Gli empolesi ormai sono abituati a frequentare piazza don Minzoni solo come zona di passaggio. Una volta garantita la sicurezza, sarebbe importante poi riabituare le persone a vivere l’area con eventi e iniziative. Altrimenti i cittadini continueranno a evitare la piazza". La categoria che rappresenta gli esercenti si dice pronta a fare la propria parte. "Possiamo studiare formule per offrire incentivi a chi sceglie di aprire una nuova attività in piazza don Minzoni. Il Comune può farlo con piccoli bandi e noi come associazione possiamo rilanciare l’iniziativa offrendo consulenze e servizi gratuiti. Però, ripeto: questo è un ragionamento che arriva in seconda battuta, prima sistemiamo l’urgenza. Adesso manca terreno fertile".

Va considerato anche che è un momento particolare per il commercio, ancora segnato dalle conseguenze della pandemia e del caro energia. "Le nuove aperture sono di per sé contratte e i fondi sfitti comunque si contano sulle dita di una mano – continua D’Alessio – Però è chiaro che se un imprenditore stila un business plan preferisce aspettare che si liberi un fondo in centro storico piuttosto che puntare sulla zona della stazione che comunque è un’area strategica e ben servita". Diversificare le tipologie di attività è uno storico cavallo di battaglia di Confesercenti. "Con la completa liberalizzazione delle licenze diventa complicato favorire l’apertura di un’attività piuttosto che un’altra – conclude D’Alessio – Il centro storico di Firenze ad esempio rientra nel perimetro Unesco e qui non si possono aprire più di un certo numero di attività nel settore del food. Per piazza don Minzoni si potrebbe studiare una formula analoga".