
di Tommaso Carmignani
È probabilmente il settore che in questo momento se la passa peggio di tutti, ma sono, al tempo stesso, uno di quelli di cui si parla di meno. E con quest’ultimo decreto, quello che di fatto pone l’Italia in una specie di nuovo lockdown alla vigilia del periodo natalizio, quella che si abbatte sulle agenzie di viaggio e sul settore del turismo in generale è un’ulteriore mazzata. "Siamo senza ricavi da un anno – commenta Paola Fiaschi, titolare dell’agenzia Selandia di Castelfiorentino, una delle tante imprenditrici nel ramo del turismo sul territorio – perché la verità è che non abbiamo più un prodotto da vendere. A differenza dei bar e dei locali, che hanno la possibilità di praticare asporto e consegna a domicilio, noi non abbiamo offerta da proporre. Le persone non viaggiano più dallo scorso anno. E’ una crisi senza fine".
Il Covid 19 è una piaga mondiale e quindi, di conseguenza, nessuno è più disposto a spostarsi per piacere o per diletto. Il periodo natalizio poteva rappresentare una piccola speranza di ripresa, ma la ripresa dei contagi, la cosiddetta seconda ondata, e le nuove misure restrittive messe in atto dai governi di tutta Europa hanno nuovamente frenato il settore. "Ce la passiamo molto male. Il nostro lavoro è fermo da ottobre del 2019 – dice ancora Fiaschi – visto che di fatto le prenotazioni sono spesso a lungo termine. Il lavoro svolto dal novembre dello scorso anno in poi è andato vanificato, visto che dallo scoppio della pandemia non è rimasto in piedi un viaggio. Le persone che avevano prenotato, hanno disdetto. Di questa cosa nessuno ne parla, ma è una realtà drammatica per chi opera nel mio settore". Nemmeno l’estate ha rappresentato un’ancora di salvezza per le agenzie di questo genere.
"Siamo riusciti a vendere qualcosa sull’Italia, ma si parla i poca roba. E il paradosso è che nonostante tutti questi decreti noi abbiamo ancora la possibilità di rimanere aperti – spiega ancora – ma in realtà è come se fossimo chiusi. Noi, ma come noi anche gli altri, non vendiamo niente: abbiamo avuto un settembre e ottobre in cui non abbiamo fatto incassi". E il Natale non salverà la stagione: "Chi voleva andare da qualche parte ha rinunciato alla luce della ripresa dei contagi e degli ultimi decreti. Noi – dice Fiaschi – organizziamo viaggi per i soci Coop e avevamo fatto i cataloghi per i mercatini e capodanno, ma nessuno ci andrà visto che sono saltati tutti. Anche sul territorio, il turismo è al minimo: abbiamo visto qualche olandese e qualche tedesco, ma soltanto nelle località di mare si è lavorato". E di aiuti manco a parlarne. "Abbiamo preso i 600 euro che spettavano alle partite iva e il finanziamento garantito dallo stato. Ci hanno dato dei soldi a fondo perduto – conclude Fiaschi – ma saranno briciole in confronto a quello che abbiamo perso. Anche il decreto ristori non ci ripagherà dei debiti, da un anno abbiamo solo costi e zero ricavi".