di Ylenia Cecchetti
Un anno fa esatto (era il febbraio 2024) Laura Boldrini depositava una proposta di legge per introdurre nel codice penale un principio elementare: il sesso senza consenso è stupro. La mancanza di consenso "quale libera manifestazione della volontà della persona e che rimanga tale e immutato durante l’intero svolgersi dell’atto sessuale" è alla base del riconoscimento della violenza sessuale, come stabilito dalla Convenzione di Istanbul, ratificata sia dal parlamento Ue sia dal Parlamento italiano. Eppure in Italia la battaglia sul consenso non ha ancora portato all’approvazione della modifica di legge. Ma non si ferma l’impegno della deputata Pd che venerdì è arrivata a Empoli per un confronto con la cittadinanza. L’incontro pubblico “Se io dico no, tu non puoi“, organizzato dalla Conferenza delle donne democratiche dell’Empolese Valdelsa ha portato l’onorevole, prima firmataria della proposta di legge, alla Casa del Popolo di Avane.
"Una proposta – ha aperto il dibattito Boldrini – che doveva già essere approvata anni fa. Invece ancora oggi quando c’è una violenza sessuale ci si aspetta che sia la donna a dover dimostrare il dissenso. Lei deve gridare nelle aule di tribunale, lei deve dimostrare che non era consenziente. Lei deve giustificare come era vestita, se aveva bevuto. Aver portato questo tema all’attenzione del Parlamento è fondamentale. La violenza sessuale è uno dei crimini per i quali ci sono meno denunce in Italia; il meno denunciato ma il più diffuso. Le vittime hanno paura di non essere credute e messe sul banco degli imputati dovendosi quasi scusare per l’accaduto. Siamo severi con la vittima, indulgenti col violentatore".
Da qui l’importanza di modificare l’articolo 609 bis, aggiungendo quattro parole che ribalterebbero il paradigma. Ovvero “in assenza di consenso“."Sono in drammatico aumento gli stupri ai danni di ragazze che prima sono state drogate. È la nuova frontiera della violenza. Le strategie di sopraffazione sono andate talmente avanti – insiste Boldrini – che il codice penale non può non essere aggiornato. Non si può più aspettare. Abbiamo iniziato il ciclo di audizioni alla Camera e ci siamo resi conto che il testo deve essere migliorato. Ora". Metterne a punto uno in cui sia chiaro che l’assenza di consenso è stupro. "Andiamo oltre il no. Se l’altra parte non dice sì, c’è un reato che deve essere riconosciuto e punito".
La riforma è già stata introdotta in 19 Paesi europei, non in Italia. "È la grande sfida che il Pd insieme alle altre forze di opposizione lancia alla presidente del Consiglio, chiedendole da che parte vuole stare". Si è parlato poi del diritto di autodeterminarsi, di revenge porn (la condivisione pubblilca in Rete di contenuti intimi senza l’autorizzazione dei protagonisti, ndr) per il quale "è stato introdotto il reato, ma la mia proposta di legge – ha detto Boldrini – che prevedeva l’assistenza psicologica gratuita alla vittima e la multa per le piattaforme digitali che non rimuovevano immediatamente le immagini, non è passata. Segno che non si pensa in primis alla vittima. È urgente adottare legislazioni che condannino le nuove forme di crudeltà nei confronti delle ragazze".
E non è solo una questione di legge (che può essere sempre migliorata). Ma di mentalità. "La società è ferma al palo. C’è da fare un lavoro culturale mastodontico. Invertire la rotta partendo dal buon esempio che diamo ogni giorno. Non c’è delega che tenga. Il cambiamento culturale non si fa solo in Parlamento. Serve rilanciare l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. E intanto, fallisce il sistema a protezione della vittima di femminicidio. Viviamo in una realtà fatta per scoraggiare la dignità della donna".