EMPOLESE VALDELSATanti nel Chianti mettono in sostanza nome e cognome sulle etichette, da cui traspare passione ed orgoglio per questo prodotto. Il programma di “Report“ ha inevitabilmente avuto eco ed è stato motivo di discussione fra i produttori di vino. Afferma Riccardo Panconesi della prestigiosa Tenuta Moriano a Montespertoli: "Noi nella retro etichetta presto inseriremo questa frase: “Ogni bottiglia è fatta a mano, rispettando ciò che la vite ci dona. Lavoriamo in armonia con la terra, chiedendole solo ciò che può offrire“".
Da Montespertoli al Montalbano, altra zona di grandi vini, patria di Leonardo. A Vinci, come si è visto nei giorni scorsi, l’azienda Fattoria Dianella 1 ha fatto il pieno di premi: Leonardo Lunardi informato in merito apprezza la difesa da parte delle istituzioni e vorrebbe che si parlasse anche di quella grande fetta di aziende che "lavora in maniera diversa", buona, mettendo secoli di cultura nella bordolese. Al suo intervento si unisce anche la presa di posizione dell’Associazione Viticoltori di Montespertoli, presieduta da Giulio Tinacci, che raccoglie 15 firme di prestigio nazionale ed internazionale. "Pur riconoscendo l’importanza di affrontare temi critici nel settore vitivinicolo – dice Tinacci – riteniamo che il servizio abbia avuto un approccio ’d’effetto’ utilizzando il blasone e il brand di cantine famose perdendo allo stesso tempo l’opportunità di approfondire il punto centrale: la compravendita fittizia di vino e le sue gravi implicazioni per tutto il settore. Avremmo auspicato un’analisi più mirata su un aspetto cruciale per il Chianti Docg: la possibilità di vendere vino ’atto a divenire’, cioè non ancora certificato dal Consorzio di riferimento. Questa pratica, infatti, apre la strada a fenomeni rischiosi che possono compromettere l’integrità e la reputazione della denominazione e del vino toscano in generale".
"Crediamo che questa problematica richieda un intervento politico e normativo chiaro e incisivo – continua il presidente Giulio Tinacci – È fondamentale tutelare non solo la qualità del prodotto, ma anche il lavoro di chi, come i nostri soci, si dedica con passione e impegno all’intero ciclo produttivo dell’uva nel territorio di Montespertoli. Una modifica del disciplinare in tal senso risolverebbe gran parte dei problemi quotidiani, valorizzando la figura del viticoltore come garante di autenticità e custode del territorio. Solo così potremo preservare la qualità e l’immagine del nostro vino, stabilizzando anche il prezzo di mercato del vino sfuso, un elemento essenziale per la sostenibilità delle attività agricole e degli investimenti locali." Tinacci conclude con un appello: "Invitiamo istituzioni, Consorzi e tutti gli attori del settore ad unirsi al percorso di riforma normativa che possa garantire un futuro solido e autentico per il nostro vino e il nostro territorio".
A.C.