
Da sinistra suor Annamaria, suor Colomba e suor Laura (foto Tommaso Gasperini/Germogli)
Empoli, 4 maggio 2022 - Si muovono lente tra la portineria, il refettorio e la chiesa, dove continuano a pregare ogni mattina nonostante gli acciacchi dell’età. Sono lontani quei momenti in cui, numerose e compatte, le suore della Congregazione Unione San Tommaso d’Aquino - Domenicane, sfilavano ordinate per andare a cena dopo la meditazione. Oggi, dopo quasi 400 anni, la loro esperienza in città sta per concludersi. La madre priora suor Annamaria Galli è rimasta sola con le due consorelle che il 20 giugno lasceranno il Conservatorio Santissima Annunziata di via Chiara dopo secoli di dedizione e amore per il prossimo. Lo storico istituto empolese fondato come scuola per l’educazone della gioventù sta per cambiare pelle.
Il lungo corridoio è avvolto dal silenzio. Dalla penombra delle ultime celle rimaste abitate escono suor Laura e suor Colomba, che è appena rientrata dalla farmacia. "Siamo stanche. E siamo tristi nel dover lasciare – dicono guardandosi tra loro con dolcezza – Ma ormai la nostra è una comunità ridotta all’osso, in via d’estinzione". Dalla finestra che dà sul cortile, per trent’anni hanno osservato i bambini crescere, formarsi, imparare. "Siamo vecchiette ma ci sentiamo ancora oggi amate – confessa suor Colomba, 75 anni, piemontese doc – i bambini ci rispettano molto". C’è Mia, una biondina delle medie che ogni mattina le aspetta per riempirlei di abbracci. "Se non è soddisfazione questa...". Suor Annamaria ha 86 anni ma se lo ricorda come fosse ora il giorno in cui è arrivata a Empoli. "Sono di Sperlonga, mi hanno mandata qua nell’ottobre del ’63. Eravamo in 30. Quanto dispiacere andarsene via. Cosa porterò con me? L’appellativo di suorina brontolona. E tutto l’affetto che ho ricevuto". Il momento si avvicina, difficile fare i bagagli e portarsi dietro una vita intera. "Ho dato tanto, e la città mi ha restituito tutto. Prossima destinazione? Ponte a Elsa, non mi allontano troppo". Per le altre due invece, la vita “ricomincia“ da Pietra Ligure. Suor Laura, originaria di Trastevere è la più anziana, ed è inconsolabile. "Mi piange il cuore. Neppure il mare calmerà il dispiacere. Ma abbiamo fatto un voto d’ubbidienza e lo portiamo avanti fino alla fine".
Le ultime suore, irriducibili, hanno dedicato la vita alla crescita e all’educazione delle giovani generazioni. Donne di cultura e di preghiera, neppure il Covid le ha piegate. La pandemia ha segnato uno spartiacque: tutte e tre contagiate, malate per mesi, isolate dalle famiglie e dai ragazzi hanno resistito facendosi forza l’un l’altra per rimettersi in piedi. Hanno sofferto e tenuto duro: "Abbiamo avuto paura. Più niente è stato lo stesso, dopo". Non c’è futuro per l’ordine, qui. "Non ci sono suore, non c’è ricambio generazionale. La vocazione resta ma è cambiata, si preferisce andare in missione, donarsi in altro modo". Una presenza sempre più debole, insomma, che ha convinto la Madre generale a ritirarle per trasferirle altrove.
Tutto parla di loro in quei corridoi ora spenti, vuoti, desolati. Fino all’ultimo giorno le suore resteranno un punto fermo per la Santissima Annunziata, come lo sono state per anni. Tra un ricordo e l’altro, le tre sorelle si sostengono e risalgono, piano piano, le scale. Non hanno la forza ed il coraggio per iniziare a preparare gli scatoloni. "Da dove si comincia?".