SIMONE CIONI
Cronaca

Teatro Excelsior. Per Carnevale ecco Arlecchino

L’iconica maschera riletta in chiave contemporanea. Lo spettacolo domani alle 21 con Andrea Pennacchi.

Andrea Pennacchi, al centro, insieme a tutto il cast di “Arlecchino”, in scena domani alle 21 al teatro Excelsior di Empoli

Andrea Pennacchi, al centro, insieme a tutto il cast di “Arlecchino”, in scena domani alle 21 al teatro Excelsior di Empoli

EMPOLIIn tempo di Carnevale non poteva che essere “Arlecchino“ il prossimo spettacolo in programma al teatro Excelsior di Empoli. Ma quello che salirà sul palco di via Ridolfi domani sera alle 21, interpretato da Andrea Pennacchi, sarà un Arlecchino particolare. Un arlecchino catapultato nella contemporaneità. Diretto da Marco Baliani, Pennacchi indosserà infatti l’iconica maschera della Commedia dell’Arte trasportandola nella realtà del mondo moderno. Un inevitabile contrasto da cui scaturiscono esilaranti situazioni ma, anche, dissacranti visioni e imperdibili scontri. Arlecchino, con la sua goffaggine e la sua furbizia, attraversa quei territori dello spirito umano che in ogni epoca mostrano le loro eterne contraddizioni.

Prodotto da Gli Ipocriti Melina Balsamo e Teatro Stabile del Veneto, si tratta di uno spettacolo impreziosito dalla musica dal vivo di Giorgio Gobbo e Riccardo Nicolin, sul potere terapeutico della risata, anche quando è un po’ cattiva, perché ridere fa sempre bene: riattiva la circolazione del sangue. Gli altri personaggi saranno interpretati da Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato e Anna Tringali.

"L’Arlecchino che Andrea Pennacchi porta in scena farà forse sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera della commedia dell’arte. Lui cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo, ma non ne azzecca una, è goffo, sovrappeso, del tutto improbabile, ma è in buona compagnia: gli altri attori, che, come lui, sono stati assoldati, con misere paghe, dall’imprenditore Pantalone, sono, al pari di Arlecchino, debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati – racconta Baliani –. Una commedia dirompente, straniante, che ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita. Ne esce un Arlecchino mai visto che riunisce stilemi diversi, frammenti di cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia, dramma, un gran calderone ultrapostmoderno che inanella via via pezzi di memoria della storia del teatro".