Non è vero che i napoletani sono solo ‘anema e core’: sono generosi e affettuosi ma solo con chi se lo merita. Possono essere pure permalosi. Questo perfino con il loro amatissimo santo, San Gennaro. Nel 1799 San Gennaro fu ‘accusato’ di essere amico dei giacobini, principi della democrazia repubblicana. E quindi dal 1799 fino al 1814, fu messo in ‘punizione’ e sostituito da Sant’Antonio. Il tutto nel momento in cui Napoli era al suo massimo splendore. E fu in questa meravigiosa realtà che nacquero i primi studi italiani sulla fitoterapia: dallo studio dell’albero del tasso fu estratto il tassolo molecola anticancro, dal fiore della digitalis purpurea la digossina, farmaco principe in cardiologia.
E sempre a Napoli i frati benedettini iniziarono i loro studi sulle tisane diuretiche e depurative ancora oggi base dell’erboristeria. Le tisane più interessanti sono quelle ‘spezzafame’: a base di tiglio, melissa o tarassaco, servono ad aiutare il soggetto che vuole dimagrire. Queste erbe infatti riescono a placare la fame nervosa che assale chiunque si metta a dieta. Non solo, hanno anche un forte potere diuretico per cui è facile perdere a inizio dieta anche tre o quattro chili di liquidi. Altre piante medicali utili in dietologia sono due fiori orientali la bacopa e la rhodiola rosea, entrambi con forte potere calmante in tutti i soggetti con fame nervosa.
La voglia di piluccare continuamente è infatti la vera tragedia della dietologia: fra noccioline, pezzetti di pizza e assaggini mentre cuciniamo, ci offre infatti circa 800 calorie in più, calorie che alterano completamente la dieta.
Ciro Vestita
Nutrizionista