ELISA CAPOBIANCO
Cronaca

“Ci manda la parrocchia”. Tentano di entrare in casa con la scusa di benedirla

Due sedicenti ecclesiastici suonano ad un appartamento in via Vanghetti. Ma il proprietario li ringrazia e saluta: il parroco era già passato due giorni prima

“Ci manda la parrocchia”. Tentano di entrare in casa con la scusa di benedirla

Empoi, 11 aprile 2025 – “Tra poco è Pasqua. Ci manda la parrocchia, siamo qui per benedire la sua abitazione, la sua persona e i suoi affetti più cari. Ci fa entrare? Il Signore sia con voi”. Trilla il campanello a un condominio di via Vanghetti, Empoli, e davanti alla porta di uno degli appartamenti si materializzano due uomini sulla sessantina vestiti di scuro. Nessun simbolo religioso in evidenza, ma la voce ferma nel sostenere una ’missione’ salvifica.

Specificano con una precisione che non lascia margine d’errore la parrocchia di provenienza (quella della Madonnina del Grappa, ndr), si lanciano in ragionamenti sull’importanza della Fede, di essere buoni cristiani soprattutto adesso, in questo “bellissimo periodo dell’anno”.

La festività che celebra il passaggio, la vittoria di Gesù sulla morte, quella della luce sulle tenebre. E giù tutto il repertorio più classico e coinvolgente. Sono convincenti, molto. La loro sfortuna però è di aver suonato alla casa sbagliata. Chi risponde dall’altra parte, infatti, è un credente praticante sì, ma che ha già risposto alla chiamata.

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Tentano truffa spacciandosi per parroci arrivati per benedire la casa

Forse c’è stato un errore – risponde ai due avventori il proprietario di casa ringraziando per la premura ma alquanto stupito –. Il nostro parroco è già venuto a benedire. È passato giusto un paio di giorni fa. Grazie”. Cala il sipario. Da un simile impasse impossibile riprendersi, impossibile anche per un maestro dell’inganno. Perché di questo si tratta. I due (sedicenti) preti o diaconi – dettaglio non emerso – non erano di certo stati inviati dalla parrocchia. Volevano entrare perché? Forse rubare? Conclusione a cui è arrivato rapidamente anche lo stesso proprietario di casa che ha segnalato poi il tentativo di truffa a vicini e conoscenti per scongiurare epiloghi infausti. Don Guido Engels ribadisce il concetto.

“Della benedizione domiciliare si occupa il parroco, riconoscibile dalla stola, dal collarino ecclesiastico e/o dall’abito – spiega il proposto empolese – oppure dai diaconi, anche loro con stola e/o camice e croci. Comunque tutti identificabili con un documento speciale che conferma il loro ruolo e che chiunque e in qualsiasi momento può pretendere di vedere per sicurezza. In più il programma delle benedizioni viene comunicato in anticipo con un volantino nella cassetta della posta. In caso di dubbio chiedete aiuto”.