"Tutelerò chi nella mia scuola non si vaccina"

Il dirigente scolastico Salvatore Picerno spiega la lettera inviata a genitori, docenti e personale Ata in cui si cita Primo Levi

EMPOLI

Per augurare un buon inizio di anno scolastico il dirigente dell’istituto comprensivo Empoli Ovest, Salvatore Picerno, ha deciso di scrivere una lettera scegliendo contenuti che richiamano alla mente uno dei momenti più bui della nostra storia, quello delle leggi razziali, che tra le deliranti novità introducevano anche l’esclusione di insegnanti e studenti ebrei dalle scuole in difesa della razza. Nel contenuto, il preside empolese non fa riferimento all’obbligo introdotto dal Governo del green pass per entrare a scuola o agli appelli istituzionali a vaccinarsi, ma tra le righe affronta di petto l’argomento.

Preside, perché ha scritto questa lettera riproponendo la poesia in apertura di "Se questo è un uomo" e le leggi razziali?

"Perché le ho davvero scolpite nel mio cuore. Quei versi li ascoltai da giovane studente dal mio amato professore di italiano Giacomo Mancini scomparso lo scorso anno e mi cambiarono definitivamente la vita".

Crede che l’introduzione dell’obbligo vaccinale possa essere accostato alle leggi razziali del periodo fascista?

"No, ma credo non che si debba discriminare chi il vaccino non lo vuole fare. Mi spiego: da dirigente scolastico ho un punto di osservazione privilegiato, parlo quotidianamente con il personale scolastico e famiglie degli alunni. Ci sono persone che mi hanno manifestato una forte preoccupazione a ricevere la somministrazione del vaccino. Mi hanno raccontato di avere avuto lutti in famiglia a distanza di poche ore o giorni dalla vaccinazione. Magari è stata una coincidenza temporale, anche non sono state accertate correlazioni, tuttavia queste morti hanno fatto emergere timori e dubbi. Mi ha colpito molto anche la storia di una collaboratrice scolastica che mi ha detto ‘preside alla fine ho ceduto e mi sono vaccinata, perché mi facevano sentire una reietta’. Credo sia mio dovere tutelare quella parte che non la pensa come la maggioranza e capire perché alcuni non vogliono vaccinarsi. Altro aspetto importante sono gli alunni non vaccinati per scelta delle loro famiglie che potrebbero essere vittime di bullismo. C’è anche questo rischio perché purtroppo le norme sono state fatte senza fare le dovute riflessioni".

Ritiene che con il green pass la scuola sia più sicura?

"Il green pass è uno strumento imperfetto per la sicurezza. Con il tampone si sa per certo che almeno nell’arco delle 48 ore non si ha il Covid, ma chi si è vaccinato non può escludere che non ce lo abbia: potrebbe essere asintomatico, ma comunque contagiare altri. Sono più sicure le persone che si sono fatte il tampone il giorno prima di quelle che si sono fatte il vaccino e adottano comportamenti disinvolti. Spesso aver ricevuto il vaccino fa sentire immuni, dimenticandosi delle misure di sicurezza che sono in vigore e che dovremmo rispettare".

Lei è vaccinato?

"A questa domanda preferisco non rispondere. Sicuramente quando sono in servizio sono in regola con il green pass".

Irene Puccioni