REDAZIONE EMPOLI

Uccise un carabiniere, ora è un educatore. La storia di Matteo: "Ecco la mia rinascita"

Gorelli oggi ha 29 anni ed è un educatore per ragazzi difficili nella comunità Kayros

Matteo Gorelli

Cerreto Guidi, 28 marzo 2021 - Una storia di perdono, rinascita e riscatto. E' quella di Matteo Gorelli, il ragazzo di Cerreto Guidi che, nella notte del 25 aprile 2011, di ritorno da un rave party vicino a Grosseto, aggredì due carabinieri che lo fermarono per un controllo.  L’appuntato Antonio Santarelli morì un anno dopo per le lesioni riportate, il carabiniere scelto Domenico Marino perse un occhio.

Condannato all'ergastolo appena maggiorenne (la pena poi è stata ridotta a 20 anni), Matteo ha intrapreso un lungo percorso di recupero. Decisive per la sua rinascita sono state la mamma, Irene Sisi, e la vedova del militare ucciso, Claudia Francardi. Nel 2017, dal carcere di Bollate, Matteo si è laureato con 110 e lode in Pedagogia all'Università di Milano-Bicocca.

Diventare un educatore era il suo sogno. E ora ci è riuscito, grazie alla onlus Kayros, una comunità per ragazzi difficili. "Cosa vuol dire per me rinascita? Rompere la catena del male, io purtroppo per romperla sono passato attraverso un gesto di violenza che ha comportato una condanna molto lunga. Ma questo ha portato a una rivoluzione per me e la mia famiglia. Dentro di me ho nutrito il sentimento di voler in qualche modo aiutare chi non aveva aiutato me da piccolo", ha spiegato Matteo, oggi 29enne, in un video pubblicato lo scorso dicembre dalla onlus Kayros sul proprio sito. 

"Sono arrivato in Kayros dopo una lunga trafila, ho studiato per 5 anni e mi sono laureato alla Bicocca con l'avallo dei giudici e degli educatori del carcere - racconta ancora Matteo - Dopo la laurea mi è stata negata la possibilità di fare il lavoro per il quale avevo studiato. Ho scritto un'impugnazione di dieci pagine e il tribunale mi ha dato ragione contro il parere del giudice. Adesso sto realizzando il mio sogno".