"Una fatalità, aspettiamo il suo abbraccio"

Il messaggio del padre rivolto alla 21enne coinvolta nell’incidente in cui ha perso la vita il figlio

"Una fatalità, aspettiamo il suo abbraccio"

Il telo bianco. con la scritta «Qui un ragazzo ha perso la vita. Svolta a destra» messo all’incrocio fra via Marco Polo e via Galvani

CERTALDO

"Abbiamo saputo che anche lei sta passando momenti terribili. Vorremmo farle arrivare un messaggio: non ce l’abbiamo con nessuno per questa tragica fatalità. Vorremmo farle sapere che se vorrà venire ad abbracciarci, per noi non c’è problema. Lo aspettiamo, quell’abbraccio. Siamo pronti ad accogliere lei e la sua famiglia. Non ci sono colpe. È quello che ci avrebbe insegnato Leonardo. Avere una parola buona per tutti e il cuore sempre gentile". Con la voce rotta dalla commozione, Giampiero Gozzi fa quello che probabilmente non ci si aspetterebbe da chi ha appena perso l’amore della vita. Un figlio che non c’è più, ma in nome del quale vive e sopravvive la speranza. Un genitore dilaniato che pensa all’altro, guarda oltre al suo dolore. Fa sapere alla giovane di soli 21 anni "che ha messo fine alla vita del nostro Leonardo, che non tutto andrà perduto". Ecco il senso del perdono. Qualcosa che ha commosso tutti e che ci riporta ad un’altra storia – ovviamente lontana e diversissima per dinamica dei fatti – esemplare avvenuta proprio nell’Empolese Valdelsa.

Sono diventate amiche e hanno fondato insieme un’associazione ispirata al perdono Claudia Francardi e Irene Sisi. La prima è la moglie di Antonio Santarelli, carabiniere morto in seguito all’aggressione a un posto di blocco vicino ad un rave party a Sorano (Grosseto). L’altra è la mamma di Matteo Gorelli, giovane di Cerreto Guidi e autore dell’omicidio per il quale sta scontando 20 anni. È molto di più di una storia di amicizia. Una storia di misericordia e perdono. Possibile. Rara. Preziosa. L’esempio di come dall’orrore di una vita strappata possa nascere la luce di un rapporto profondo, una riconciliazione sincera nel segno della fede. "Se non si riesce a capire cosa sia il perdono, eccolo qua - ha commentato don Rolando Spinelli, parroco di Certaldo, facendo riferimento all’incredibile umanità mostrata dai Gozzi - Si parla spesso di pene esemplari, di vendetta e di rabbia. Qui invece ci sono un babbo e una mamma, che si sentono genitori anche di un’altra ragazza. Questa attenzione è bellissima. È bello che anche lei si senta voluta bene e non giudicata da loro. È un messaggio importante, di grande esempio per tutti quelli che si imbatteranno in questa storia. In un momento così doloroso, il desiderio di salvezza nei confronti di questa giovane fa onore a Giampiero e Stefania". C’è un altro aspetto da non dare per scontato. "Il senso di amicizia e comunità a cui stiamo assistendo - conclude nella sua riflessione il sacerdote - Ci sono amici coesi e uniti, una comunità scossa che è uscita dall’indifferenza e dalla superficialità in cui troppo spesso ci rifugiamo. Sentimenti che in questo contesto sono stati spazzati via dall’amore. Davanti ad un evento così drammatico si è risvegliato il senso profondo di comunità".

Ylenia Cecchetti