REDAZIONE EMPOLI

Una ferita sempre aperta: "Ricordiamo Klodiana ma c’è ancora tanto da fare"

Castelfiorentino ha organizzato una settimana di iniziative in occasione del 25 novembre. Falorni: "Il conto corrente aperto dal Comune per aiutare i figli ha raggiunto una buona cifra".

Una ferita sempre aperta: "Ricordiamo Klodiana  ma c’è ancora tanto da fare"

Una ferita sempre aperta: "Ricordiamo Klodiana ma c’è ancora tanto da fare"

CASTELFIORENTINO

Una ferita ancora aperta e che difficilmente potrà rimarginarsi. La morte di Klodiana Vefa, uccisa a colpi di pistola dall’ex marito, Alfred Vefa, la sera del 28 settembre in via Galvani, ha segnato profondamente la comunità castellana. Il sindaco per primo continua a non capacitarsi di un fatto così enorme, che spalanca tanti interrogativi a quali nessuno sa veramente dare delle risposte. "Quello che ci ha stupiti è come un fatto del genere possa essere successo a Castelfiorentino dove il protagonismo delle donne nel lavoro e nella società è per noi storia, cultura, un caposaldo della nostra comunità da sempre – spiega il sindaco Alessio Falorni – L’educazione contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere è entrata nelle scuole di ogni ordine e grado. Sul territorio opera l’associazione Lilith con professioniste preparate, a Castelfiorentino abbiamo anche il Binario Donna, uno sportello di ascolto e sensibilizzazione fra i più attivi dell’Empolese Valdelsa e del Valdarno Inferiore. Tutto quello che potevamo mettere in campo è stato messo, tuttavia – ammette Falorni – c’è ancora molto da fare: gli ultimi fatti di cronaca ce lo ricordano drammaticamente".

All’indomani della morte della giovane mamma, Castelfiorentino si è stretta intorno ai suoi figli di 17 e 14 anni. "E’ stato aperto un conto corrente – ricorda Falorni – dove la generosità delle persone ha permesso di raggiungere una cifra considerevole che attraverso il tutore legale nominato faremo avere ai ragazzi". Sabato sarà la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e Castelfiorentino ha dedicato al tema tutta la settimana con eventi, incontri e momenti di riflessione. "Da uomo sono il primo a riflettere – riprende Falorni – Inorridisco se penso che, numeri alla mano, ogni tre giorni in Italia si registra un femminicidio. Da un lato c’è un problema che riguarda la sfera maschile e la cultura che certi uomini hanno rispetto alla relazione di coppia. Penso che in molti casi il ruolo della famiglia come agenzia educativa sia saltato. Dall’altro credo ci sia un aumento al ricorso alla violenza, fino a procurare la morte dell’altro, perché viviamo immersi in un’escalation di cattiveria, insofferenza. Lo noto nella quotidianità, nelle risposte dirette tra le persone, nei commenti sui social. E’ un fenomeno che faccio davvero fatica a comprendere".

Irene Puccioni