Una filiera a chilometro zero: "Così rimettiamo sul mercato milioni di bottiglie e contenitori"

La storica vetreria Zignago è entrata nel sistema della “buona pratica“ e ora è pronta a crescere. Effetti a cascata: il prodotto finale viene acquistato da aziende agricole e produttrici del territorio. .

Una filiera a chilometro zero: "Così rimettiamo sul mercato milioni di bottiglie e contenitori"

Una filiera a chilometro zero: "Così rimettiamo sul mercato milioni di bottiglie e contenitori"

"Questo stabilimento lavora 700 tonnellate di vetro fuso al giorno, realizzando da sessanta a ottanta milioni di pezzi al mese". È l’ingegnere Dario Pilastri a dare un quadro indicativo dell’attività della Zignago, complementare a quella della Revet Spa. Per usare una metafora calcistica, la Revet fornisce l’assist, occupandosi di raccogliere il vetro utilizzato, conferendolo poi in Vetro Revet.

"Cerchiamo sempre di creare nuove sinergie e connessioni con realtà produttive che creano scarti di lavorazione e rifiuti a base di vetro, predisponendo programmi di ritiro anche su misura. In particolare, ci rivolgiamo a imbottigliatori, vetrai, aziende, artigiani o attività impegnate nella fabbricazione del vetro e dei suoi derivati, demolizioni industriali, civili, d’auto, produttori di contenitori di vetro – ha aggiunto Marano, a proposito dell’attività di Vetro Revet – la vetreria Zignago, a poche centinaia di metri dal nostro stabilimento, prende il materiale da noi prodotto e lo fonde per dar vita a nuovi imballaggi in vetro da inviare alle aziende imbottigliatrici".

Ecco il punto: dopo aver frantumato e ripulito gli scarti vetrosi, la materia lavorata compie un tragitto di circa un chilometro in linea d’aria, passando alla Zignago che ha metaforicamente il compito di fare gol. Ossia quello di fondere il materiale ricevuto realizzando nuovi imballaggi di vetro che saranno poi rivenduti alle imprese. L’azienda attiva dagli anni ‘70 (che occupa una superficie di 149mila metri quadri, ma che sta valutando l’acquisto di un terreno equivalente su cui costruire 60mila metri quadri di magazzini) produce in particolare bottiglie destinate al comparto vinicolo, oltre che a bottiglie per olio ed aceto e bevande analcoliche.

Ma vengono ricreati anche contenitori per spezie, salse e persino (tramite campagne apposite) vasi per la cosmesi. Il volume di vetro trattato è pari a circa 250mila tonnellate annue e a completare il ciclo c’è il fatto che il materiale rigenerato viene come detto acquistato da numerose imprese. Anche del posto: la visita organizzata due giorni fa da Coreve e dagli stessi vertici di Vetro Revet coinvolgeva ad esempio l’azienda Montalbano Agricola alimentare toscana di Vinci, che imbottiglia ogni anno 14 milioni di litri d’olio da vendere in Italia, Stati Uniti, Germania, Giappone e Nord Europa. Coreve ha infine fatto sapere di aver investito nell’ultimo biennio (in collaborazione con Anci) circa 22 milioni di euro in tutta la Toscana per interventi volti a migliorare la raccolta differenziata del vetro: i dati stanno crescendo anche in questo senso, ma si può fare ancora di più.

G.F.