YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Valzer di parroci e vicari Ecco le nuove nomine

Don Francesco lascia la parrocchia di Sant’Andrea, arriva Darvin Kadtus. A Fibbiana e Tinaia il prete sarà Antonio De Togni di rientro dall’Ecuador

di Ylenia Cecchetti

Nuovo valzer di parroci e vicari: il cardinale Giuseppe Betori ha annunciato cambiamenti anche per l’Empolese-Valdelsa. Le nomine dei nuovi sono state comunicate ieri in seguito all’assemblea del clero dell’Arcidiocesi di Firenze che si è tenuta nel Duomo di Firenze.

A Empoli Don Francesco Vita saluterà la parrocchia di Sant’Andrea dove verrà sostituito in qualità di vicario parrocchiale da don Darvin Kadtus, dell’arcidiocesi di Verapoly (India).

Aria di novità anche nella parrocchia di San Giovanni Evangelista, sempre a Empoli: il vice parroco don Hervé Mamboueni Mboumba lascerà il posto a don Jimy W. Munoz Castillo.

Trasferimenti previsti anche nel Comune di Montelupo Fiorentino. Concluso il servizio in Ecuador, Don Antonio De Togni arriva alla parrocchia di Santa Maria a Fibbiana e a quella dei Santi Michele e Leopoldo della Tinaia (Empoli) in sostituzione di Don Segundo Vicente Carrillo Ponce. Chiamato a ricoprire la funzione di sacerdote a Santa Maria a Spicchio, nel comune di Vinci, è invece Don Alberto Campaioli, nuovo parroco della frazione in sostituzione di don Gabriel Toma destinato ad altra parrocchia.

Per il Vicariato della Valdelsa Fiorentina le novità riguardano Certaldo. Resta Don Rolando Spinelli, parroco di San Tommaso ma con il nuovo incarico di amministratore parrocchiale di Sant’ Andrea a Vico d’Elsa (Barberino).

Sempre a San Tommaso a Certaldo presterà la sua collaborazione il sacerdote studente d. Mahoutondji Olaitan Ghislain Maforikan. I trasferimenti entreranno in vigore in modo ufficiale a partire dal primo ottobre. "Usciamo dall’idea che un parroco stia tutta la vita in una sola parrocchia – spiega don Guido Engels, proposto della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli – Il ruolo oggi è molto più impegnativo e logorante dal punto di vista fisico. Il cambiamento per il parroco e per il cappellano è un’opportunità per ripartire, rinnovarsi anche spiritualmente".

I trasferimenti avvengono per svariati motivi.

"A volte – prosegue nella spiegazione don Guido Engels – sono le persone stesse a chiederlo, più spesso è un avvicendarsi naturale. La logica è cambiata. Fino a 40 anni fa il parroco era considerato inamovibile. Era più facile che trascorresse tutta la vita a servizio della stessa comunità. Oggi non ci sono regole precise ma è piuttosto normale cambiare almeno un paio di parrocchie nella vita. Si tende a pensare che dopo una decina di anni il sacerdote abbia dato il meglio di sé e quindi il trasferimento in altra comunità è un passaggio ordinario".

I “saluti” possono legittimamente destabilizzare i fedeli, che si vedono privati del loro punto di riferimento. "Ma cambiare – conclude il proposto di Empoli – è fondamentale perché una parrocchia non perda di vitalità. Il cambiamento favorisce tutti: per ripartire e tirar fuori nuove risorse, nuove energie".