IRENE PUCCIONI
Cronaca

Vibac, gli operai ai cancelli giorno e notte

Proclamato lo stato di agitazione, si va verso lo sciopero. Filctem Cgil: "Inaccettabile l’atteggiamento della multinazionale"

Il presidio degli operai ai cancelli della Vibac

Vinci, 29 gennaio 2020 - E’ partita da Vinci, ma adesso la battaglia dei lavoratori sta coinvolgendo tutti gli stabilimenti del gruppo Vibac Italia. Si è riunito ieri, a Roma, il coordinamento unitario delle Rsu dei cinque siti italiani della multinazionale che produce nastri adesivi, alla luce della decisione della proprietà di chiudere la fabbrica di Mercatale con 120 addetti. All’incontro era presente anche Sonia Tosoni della segretaria nazionale della Filctem Cgil, che ha definito "inaccettabile l’atteggiamento della multinazionale". Durante l’incontro sono state decise le azioni da mettere in campo per impedire il licenziamento e la chiusura dello stabilimento toscano (gli altri sono a Ticineto in provincia di Alessandria, a Termoli, L’Aquila e Potenza, cui si aggiungono il sito aperto in Serbia, due in Canada e uno in Sudafrica). 

«Per prima cosa - spiega Tosoni - è stato proclamato lo stato di agitazione di tutto il gruppo, il che significa blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità, quindi partirà anche dalla segreteria nazionale una richiesta di incontro al Ministero dello sviluppo economico, e inoltre abbiamo programmato una campagna di assemblee nei vari siti produttivi tenute dalle segreterie territoriali. L’azienda non può sfuggire alle proprie responsabilità". La notizia di chiudere la fabbrica di Vinci è arrivata come un fulmine a ciel sereno, anche se alcune scelte della proprietà nell’arco del 2019 avevano fatto alzare le antenne a sindacati e maestranze. "Nel corso dello scorso anno - ricorda la segretaria nazionale - erano stati effettuati tagli alle manutenzioni ordinarie su tutti gli stabilimenti e per il 2020 è stata già prevista una riduzione del 30%. Sono segnali di un gruppo che invece di rilanciare intende ridimensionare". 

Dopo vari solleciti e richieste inoltrate da sindacati e Regione (lo stesso presidente, Enrico Rossi, ha cercato di mettersi in contatto con la famiglia Battista, proprietaria della multinazionale), oggi dovrebbe svolgersi l’atteso confronto con il ‘numero uno’ di Vibac, Pietro Battista, all’interno dello stabilimento vinciano. L’appuntamento è fissato per le 10. "Noi e i lavoratori ci saremo - fa sapere Giuseppe Dentato di Filctem Cgil Firenze - Ci auguriamo che sia presente anche la proprietà e non mandi un loro rappresentante". Gli stessi lavoratori, del resto, saranno i primi ad accogliere chiunque arrivi ai cancelli perché da quando l’attività è stata sospesa stanno presidiando giorno e notte lo stabilimento. "Dormono, a turno, nelle auto davanti all’ingresso - spiegano dal sindacato - La paura è che qualcuno incaricato dalla proprietà possa rimuovere i macchinari. E questo sarebbe la fine". © RIPRODUZIONE RISERVATA