TOMMASO CARMIGNANI
Cronaca

Vinci, dalla cappa di un camino spunta un drago alato: “Potrebbe essere un disegno di Leonardo”

La scoperta è stata fatta in un edificio di proprietà comunale in prossimità del Castello dei Conti Guidi, sede del Museo Leonardiano

Il disegno che potrebbe essere di Leonardo

Il disegno che potrebbe essere di Leonardo

Vinci, 13 febbraio 2025 – Una scoperta che, se confermata, potrebbe avere del sensazionale. Un’opera di Leonardo nascosta nella cappa di un camino del trecento, all'interno di un edificio di proprietà del Comune di Vinci nei pressi del Castello dei Conti Guidi, sede del Museo Leonardiano. Il restauro scatterà a breve ed apre alla possibilità di ulteriori scoperte sul legame con Leonardo da Vinci.

L’opera d’arte: un drago alato

Sotto la supervisione del Comitato scientifico e dell'Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, il Comune di Vinci ha iniziato le indagini diagnostiche e il restauro di un enigmatico disegno a carboncino situato su un antico camino tre-quattrocentesco. Il disegno, difficile da decifrare, raffigura un drago alato con un unicorno sulla testa, che sostiene uno stemma simile a quello scolpito sull'architrave in pietra. Questa rappresentazione, identificabile come un pistrice, animale mitologico, ci conduce nella cultura artistica della Firenze della seconda metà del Quattrocento, con allusioni a opere di Donatello, Paolo Uccello e i Pollaiolo, ma presenta ugualmente tratti di singolare originalità.

La conferenza stampa a Vinci
La conferenza stampa a Vinci

Iconograficamente affine ad alcuni schizzi di Leonardo da Vinci, noti per descrivere animali fantastici e ibridi, questo disegno ha guadagnato una maggiore leggibilità grazie al rilievo laser scanner effettuato dal professor Giovanni Pancani dell'Università di Firenze, che ha migliorato la visibilità dei tratti a carboncino. Leonardo, infatti, è profondamente legato a Vinci non solo come luogo di nascita. La sua residenza nel borgo durante l'infanzia e la gioventù, e il continuativo rapporto con il paese natale, influenzarono molte delle sue opere da artista e scienziato. Basti considerare il "Paesaggio" delle Gallerie degli Uffizi, esposto a Vinci durante il cinquecentenario del 2019.

Il legame di Leonardo con il territorio

Si sa che nel 1478 Leonardo si trovava al Castello dei Conti Guidi per una questione familiare legata al mulino del Comune, messo in evidenza nei suoi manoscritti. Leonardo progettò anche un complesso piano idrico per Vinci nei primi anni del Cinquecento. La scoperta di questo disegno nel camino di un edificio che testimonia il legame con la famiglia Bracci, amica e associata ai da Vinci, rende l'opera degna di restauri che ne facilitino l'interpretazione e la conservazione.

Il restauro 

L'Alta sorveglianza della Soprintendenza ne garantirà la tutela. Il Comitato scientifico che supporta questo progetto, sotto la guida della dottoressa Roberta Barsanti, direttrice della Biblioteca e Museo Leonardiani di Vinci, include esperti come i professori Andrea De Marchi, Pietro C. Marani, Giovanni Pancani, Marco Gaiani e il restauratore Alberto Felici. Alle fasi preliminari ha collaborato anche Donatella Pegazzano per gli aspetti storici legati alla famiglia Bracci. Nel corso di una conferenza stampa, sono stati presentati i risultati delle ricerche indipendenti di Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato, che hanno ulteriormente esplorato la relazione tra Vinci e il genio di Leonardo, proponendo nuove ipotesi sull'origine del disegno.

Le dichiarazioni

“Per la storia della città di Vinci il legame tra Leonardo e il suo territorio ha sempre avuto un ruolo importante. Le nuove ricerche e i nuovi approfondimenti – dichiara il sindaco di Vinci, Daniele Vanni – dimostrano che la nostra città non è stata solo il luogo di nascita e dove è cresciuto il Genio Universale. Ormai è cosa certa che il rapporto tra Leonardo e Vinci si è protratto anche in età adulta. Questa certezza ha determinato nuovi studi che ci hanno permesso d’individuare il disegno a carboncino come opera promettente e che potrebbe essere attribuibile a Leonardo. È volontà della nostra Amministrazione iniziare il restauro e proseguire con gli approfondimenti diagnostici dell’opera”.

La conferenza stampa a Vinci
La conferenza stampa a Vinci

Roberta Barsanti, direttrice della Biblioteca e del Museo Leonardiani: “Attratta da tempo da questo disegno, ho iniziato a studiarlo nonostante la scarsa leggibilità dell’opera. I rimandi all’ambiente artistico fiorentino della seconda metà del Quattrocento, l’originalità del soggetto e i confronti iconografici con una serie di disegni di Leonardo raffiguranti animali fantastici, uniti al contesto in cui il disegno si trova, mi hanno indotto a pensare a Leonardo pur con tutte le riserve del caso. Avanzare il nome di Leonardo richiede infatti estrema cautela e ricerche approfondite, oltre a una condivisione con studiosi ed esperti. Troppe, nel corso del tempo e anche in anni recenti, sono state le attribuzioni frettolose e fallaci di opere a Leonardo, generate dal desiderio della scoperta dell’inedito a tutti i costi. È pertanto necessario procedere con estrema prudenza, trattandosi inoltre di un’opera di proprietà del Comune di Vinci, che da sempre si è contraddistinto per la qualità e la serietà degli studi su Leonardo”.

Andrea De Marchi, università degli Studi di Firenze, Dipartimento Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo: “L’originalità di questo schizzo a carboncino è fuori discussione, al di là della qualità nervosa del segno, che si intuisce nonostante il degrado e che sarà meglio leggibile dopo il restauro. È la rivisitazione di un tema caro all’arte medievale, quello della pistrice, drago marino anguiforme, qui provvisto pure del dente di narvalo attribuito agli unicorni, piegato all’insolita funzione di reggistemma. Memore del Marzocco di Donatello, l’autore di questo disegno l’ha studiato sul bordo della cappa di un camino tardo-trecentesco, riproducendo lo stemma già scolpito sulla fronte. Non può trattarsi di un ghiribizzo casuale, i riferimenti scultorei fanno sospettare che fosse la prova per fregiare tale camino con elementi tridimensionali, forse fittili, ciò che tornerebbe con gli esperimenti giovanili di Leonardo nella coroplastica, attestati da Vasari ed esemplificati dalla Madonna del Victoria and Albert Museum. L’interesse per le creature ibride e mostruose, coltivato fin dai primi anni nella bottega di Verrocchio, è qui declinato con soluzioni stilistiche che si indovinano consonanti fin nel dettaglio con quanto si può reperire in alcuni disegni di Leonardo, nella forte torsione impressa al corpo del drago marino e nella terminazione in rabesco filiforme. La foggia del corno ha gli stessi caratteri di quello disegnato da Leonardo nel foglio con Fanciulla e l’unicorno, a Oxford (Ashmolean Museum). Tutto ciò è molto incoraggiante, ma ci sono ancora molti aspetti da indagare e da approfondire, di conserva alle indagini scientifiche e al restauro felicemente avviato”.

La conferenza stampa a Vinci
La conferenza stampa a Vinci

Pietro C. Marani, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore: “Ogni nuova scoperta che si leghi al nome e all'opera di Leonardo è meritevole della più grande attenzione. Nel caso di questo disegno, noto a un gruppo ristretto di studiosi, bene hanno fatto il Comune di Vinci e la Direttrice della Biblioteca e del Museo Leonardiano, di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, a promuovere una campagna di analisi scientifiche preliminari al suo restauro nella convinzione che si tratti di un'opera dallo spiccato carattere leonardesco, come provano riscontri tipologici e formali con numerosi disegni autografi del maestro assegnabili agli anni settanta del Quattrocento e con la speranza che si possa meglio giudicare anche stilisticamente la qualità del disegno. Se così fosse, si tratterebbe di un'ulteriore evidenza delle rimeditazioni di Leonardo sul mondo fantastico e sulle implicazioni simboliche dell'araldica di gusto ancor "cortese" in cui si erano cimentati anche maestri del calibro di Donatello, Paolo Uccello, Antonio e Piero del Pollaiolo e Verrocchio, ciò che aprirebbe anche nuove prospettive di lettura sugli inizi del giovane Leonardo”.

Alberto Felici, funzionario restauratore Soprintendenza: “Il disegno sulla cappa del camino è realizzato a carboncino nero su un intonaco che ha la levigatezza e la consistenza materica di un manufatto tre-quattrocentesco. In tempi remoti il disegno è stato occultato da numerose scialbature che sono state un po’ maldestramente rimosse in passato, per cui oggi la leggibilità del disegno è compromessa dalla presenza di molti residui di queste scialbature. Una leggibilità che risulta essere ulteriormente ridotta da antichi percolamenti di acqua piovana proveniente dal tetto, che ha favorito la movimentazione di sali solubili, la migrazione di particelle di fuliggine dall’interno della cappa e l’ingiallimento di vecchi fissativi. Risulta dunque necessario intervenire con una certa celerità per stabilizzare lo stato di conservazione attraverso la rimozione delle sostanze estranee presenti sulla superficie del disegno che ne offuscano l’immagine, ma al tempo stesso è indispensabile intercettare le cause del deterioramento e successivamente dare maggiore coesione agli elementi costitutivi. Contestualmente sarà possibile svolgere un’approfondita campagna diagnostica per conoscere più dettagliatamente la tecnica con cui è stato eseguito. È in corso di programmazione un protocollo di indagini diagnostiche con diversi istituti di ricerca, fra cui le Università di Bologna e di Firenze e il CNR, per individuare il percorso migliore per ottenere il maggior numero di informazioni”.

Alessandro Vezzosi, leonardista, già direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci e ora della Leonardo Da Vinci Heritage, è autore – con Agnese Sabato – di una lunga e approfondita ricerca sul grande disegno murale iniziata con Francesco Cianchi, figlio di Renzo, nel 2008. In occasione della presentazione alla stampa ha dichiarato: “Siamo giunti all’ipotesi di attribuzione a Leonardo del grande disegno del Drago-unicorno sul camino di casa Bracci "tra le due porte" del castello di Vinci, in base a diverse argomentazioni: il giudizio storico-critico e i documenti relativi al contesto, alla vicinanza e familiarità tra i Bracci e i Da Vinci, alla cronologia e alla presenza di Leonardo nel suo paese natale negli anni ’70 del Quattrocento; e, in particolare, in base ai confronti stilistici e iconografici di questo inedito animale fantastico con opere riconosciute di Leonardo. Resta comunque viva l’attesa dei risultati degli esami scientifici e della pulitura con restauro conservativo, ora promossi dall’Amministrazione Comunale”.