"Vogliamo tassare le compagnie". Montespertoli alza la posta in gioco

All’ultimo consiglio la delibera per inserire i terreni nel Piano valorizzazioni

"Vogliamo tassare le compagnie". Montespertoli  alza la posta in gioco

All’ultimo consiglio la delibera per inserire i terreni nel Piano valorizzazioni

Se potessi avere 67 euro al mese... Si torna a parlare della questione delle maxi-antenne di connessioni che compagnie telefoniche vorrebbero installare sull’incantevole crinale di San Pancrazio e San Quirico (ora che oltretutto anche a livello regionale, seppur per motivi diversi, si è riaccesa l’attenzione): ebbene, se proprio queste antenne (di 36 metri di altezza ciascuna, sulla skyline del Chianti) s’hanno da mettere, almeno che il Comune di Montespertoli ci ricavi qualcosa quanto a soldi.

In questa direzione va la delibera che è stata approvata l’altra sera dal consiglio comunale. L’ha illustrata ieri il vicesindaco Marco Pierini (nella foto): "La delibera riguarda l’inserimento nel Piano delle valorizzazioni e delle alienazioni immobiliari di tre porzioni di terreno che il ‘Piano delle antenne’ comunale individua come aree per lo sviluppo degli impianti di telecomunicazione. I terreni sono situati rispettivamente a San Pancrazio, a San Quirico e in un terreno adiacente al cimitero comunale di Montespertoli. La normativa vigente prevede che i terreni che sono patrimonio dell’ente possano essere occupati dagli impianti di telecomunicazione dietro pagamento di un canone di 800 l’anno…". Cioè cifra più che irrisoria: si parla infatti di poco meno di 67 euro al mese.

"Qualora i terreni diventino patrimonio disponibile, e questo accade se inseriti nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni, - riprende il vicesindaco - si può procedere con un contratto di locazione con gli operatori: la cosa tutela maggiormente l’ente che percepisce così introiti maggiori delle poche risorse previste dal canone di occupazione del suolo pubblico. Gli enti locali non hanno strumenti reali per impedire le installazioni, possono pianificarne la localizzazione (e noi lo facciamo) in un modo che tuteli da esposizioni eccessive ma che garantisca la copertura della rete. Crediamo molto nello sviluppo delle tecnologie di telefonia ma crediamo anche che l’attuale normativa sia penalizzante per i comuni volenterosi come il nostro: siamo disposti a partecipare al processo di transizione digitale ma farlo con canoni di occupazione irrisori e senza tenere conto del contesto paesaggistico è un grosso errore da parte del legislatore nazionale, e lo denunciamo con forza".

Dunque quanto potrebbe essere consistente il canone? Questo non è stato espresso dall’aula del consiglio comunale ma senz’altro non 66,7 euro al mese… Va aggiunto che in merito è stata prodotta molta documentazione di giurisprudenza proprio negli ultimi due anni.

Andrea Ciappi